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Palazzi & potere
Referendum a 5 stelle: parla Danilo Toninelli, deputato

Come si sta organizzando il fronte del no, in particolare il M5s?

Il M5S non si è limitato ad aderire oggi a un “fronte del no” in funzione anti-Renzi, ma ha avviato da molto tempo una serie di iniziative propositive connesse alle riforme costituzionali. Ricordo in particolare che abbiamo elaborato una nostra proposta di legge elettorale fin dall’inizio del 2014, una legge elettorale condivisa con i nostri iscritti e votata da loro online nelle sue diverse fasi, in un bellissimo esempio di democrazia partecipata. Oggi praticamente tutti, in primis i promotori delle cosiddette “riforme” come Napolitano, concordano sul fatto che la legge elettorale imposta da Renzi sia pericolosa, in modo scandaloso, in quanto lo fanno soltanto perché potrebbe favorire il M5S. Noi però avevamo proposto un’alternativa già due anni fa.

Allo stesso modo, nella campagna referendaria ci stiamo organizzando non solo attraverso la divulgazione essenziale dei contenuti della riforma ma anche attraverso iniziative tipiche della nostra forza politica: incontri con i cittadini “a costo zero”, coinvolgimento diretto anche in luoghi non istituzionali. A questo si aggiunge naturalmente la parte “online”, accessibile a tutti, all’indirizzowww.movimento5stelle.it/iodicono/, oltre alla pubblicazione e condivisione di materiali e video sui vari canali social. Una organizzazione “povera” dal punto di vista delle risorse come è nel nostro spirito, specialmente se paragonata ai milioni che il PD sta spendendo tra consulenti americani e campagne pubblicitarie, per non parlare della recente scandalosa occupazione dei telegiornali della TV di Stato, pagata con il canone da tutti, da parte del Governo Renzi.

 

Grillo parla di "tempesta" in arrivo dopo l'estate. A cosa si riferisce? Forse parla dei problemi della capitale che potrebbero avere conseguenze tali da avere ripercussioni anche su altri fronti che interessano al Movimento, vedi il referendum?

La tempesta di cui parla Grillo è la sfida che ci attende per cambiare le cose, per raggiungere l’utopia del Movimento 5 Stelle. Una sfida difficilissima ma anche entusiasmante, irta di pericoli ma che sapremo affrontare. Tutto il terrorismo che è stato fatto negli ultimi anni sulle questioni più disparate ha prodotto come risultato la scelta di soluzioni che si sono rivelate peggiori dei mali contro i quali ci mettevano in guardia. Noi abbiamo invece la consapevolezza che c’è un’alternativa, che quelle scelte non erano le uniche possibili: questa consapevolezza sarà, come ha detto Grillo, come uno scudo, un ombrello o un impermeabile con cui supereremo la tempesta.   

 

Cosa risponde a chi dice che è una riforma maldestra ma è meglio di niente?

Mi rattrista il solo fatto di dover rispondere a domande come questa. Una riforma maldestra sarebbe meglio di niente? Ma stiamo scherzando? Stiamo parlando della nostra Costituzione, del patto sociale fondamentale della Repubblica di tutti i cittadini, non del regolamento comunale di Rignano sull’Arno. Ce ne vogliamo rendere conto, prima che sia troppo tardi?

Ricordo soltanto che una riforma costituzionale “maldestra”, voluta e imposta dal Centrosinistra a colpi di maggioranza nel 2001, oggi viene definita dal Presidente dell’Autorità Anti Corruzione come “la più criminogena di tutte le leggi”. Vogliamo ripetere l’esperienza? Non  ne abbiamo già avuto abbastanza?   

Vorrei inoltre che sia chiaro che con la schiforma Renzi-Boschi, ai “frutti” di quella riforma del 2001, cioè ai consiglieri regionali protagonisti delle varie rimborsopoli, sarà dato il potere di cambiare la Costituzione. Quindi anche chi dice “se la riforma contiene errori, potremo sempre correggerli in seguito” dico che sta commettendo un gravissimo errore. Con un Senato che rimane esattamente lì dov’è e che avrà il potere più grande, quello appunto della revisione costituzionale, senza essere eletto direttamente dai cittadini e con quella composizione, saranno quasi impossibili correzioni: probabilmente si faranno solo interventi ulteriormente peggiorativi.

 

Quali sono le riforme che servirebbero all'Italia?

La nostra Costituzione, prima di essere riformata, andrebbe attuata. Nella Costituzione ci sono già le risposte alla maggior parte delle questioni che vengono poste alla società attuale per affrontare le sfide del presente e del futuro. Solidarietà, intervento dello Stato per un’uguaglianza vera e non solo formale, iniziativa economica privata al servizio dell’utilità sociale, tutela del lavoro, della cultura, dell’ambiente, del risparmio. Se si facessero leggi e si attuassero politiche che applicassero questi principi invece di leggi che li sovvertono come quelle del Governo Renzi, non avremmo bisogno di molto altro.  

All’Italia servirebbero riforme che rimettano il potere nelle mani dei cittadini. Più democrazia diretta, riconquista della sovranità popolare in tutte le sue forme. Un reddito di cittadinanza per liberare dal ricatto e dalla schiavitù chi rimane indietro, un recupero del controllo sulla finanza speculativa attraverso la revisione dei trattati che la favoriscono.  

 

Come si esce dalla crisi che attanaglia il paese; parlo in primis di crisi economica e sociale?

La nostra proposta sul reddito di cittadinanza non serve solo ad aiutare chi rimane indietro ma anche a far ripartire realmente i consumi interni; infatti, l’uscita dalla crisi sociale e l’uscita dalla crisi economica nella nostra visione coincidono. Per arrivarci davvero servono interventi di politica economica e industriale a favore della struttura imprenditoriale e economica propria dell’Italia (come è la piccola e media impresa) e non il perseguimento attuale di modelli imposti dall’esterno per interessi diversi da quelli dei cittadini: modelli che hanno già ampiamente dimostrato di essere fallimentari.  

 

Gli italiani hanno bisogno di buona politica. I Cinquestelle sono pronti per governare? Sono ormai "maturi" per passare dalla protesta alla proposta (che è la cosa di cui vi accusa più spesso il Pd)?

Il Movimento Cinque Stelle, anche quando non si chiamava ancora così, non è mai stato un movimento di sola “protesta”. Noi siamo certamente entrati nelle istituzioni per governare, ma solo dopo aver tentato in tutti i modi di cambiarle dall’esterno, perché non ci interessano le poltrone e il potere, ma solo l’attuazione di politiche a favore di tutti i cittadini, per il semplice motivo che quei cittadini siamo proprio noi. Nelle risposte precedenti trovate solo alcuni esempi delle proposte concrete che abbiamo per il Paese. Come per il caso della legge elettorale che ho citato, la maggior parte dei gravissimi problemi che affliggono il Paese e che oggi vengono denunciati come tali da tutti, sono stati già oggetto di proposte specifiche del M5S alternative a quelli che quei problemi, invece, li hanno aggravati.

A queste proposte, inoltre, adesso si stanno andando ad aggiungere le proposte formulate direttamente dai cittadini attraverso la nostra piattaforma Rousseau, un altro bellissimo esperimento che ci avvicina alla realizzazione della visione di Gianroberto Casaleggio. 

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