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Palazzi & potere
Referendum: la sovranità è del popolo, vietato esprimere opinioni

“Referendum: Grillo dice no, Benigni dice si. Io, prima di decidere, vorrei sentire anche Aldo, Giovanni e Giacomo”
 

Il dibattito politico-mediatico italiano  è caratterizzato da una costante tendenza al teatrale e artificioso strapparsi le vesti per lo sdegno in occasione di eventi tutto sommato normali. Novelli Caifa, politici, politicanti e giornalisti sempre alla ricerca di gloria insorgono gridando “Ha bestemmiato!” all’indirizzo di chi esprime un’opinione che non fa loro comodo. E si strappano appunto le vesti, il che in pratica consiste in argomentazioni superficiali, banali, spesso proprio false, per colpire al cuore l’avversario, smascherandone le trame opache e inconfessabili.
Tipiche e mitiche in tal senso sono le grida che si levano contro le indebite ingerenze di poteri forti o meno forti che, udite udite!, semplicemente esprimendo delle opinioni o tentando delle analisi toglierebbero la sovranità al popolo.  Il caso del prossimo referendum costituzionale ci offre un campionario interessante.
Basta che un qualsivoglia soggetto finanziario, un diplomatico, un politico straniero, persino un giornale esprimano non dico un’esortazione a votare in un certo modo, ma una loro preferenza (e perché non dovrebbero averne e renderle pubbliche?), o meglio ancora disegnino un quadro di conseguenze che secondo loro  deriverebbero dalla vittoria del si o del no e apriti cielo! Dimenticano che la sovranità appartiene al popolo!!!??? Non sono le banche che ci devono dire come votare!  Condizionamenti inaccettabili!
Ovviamente noi, i nostri politici, i nostri giornalisti, i nostri intellettuali, imprenditori, finanziari, presenzialisti dei talk show e via dicendo esprimiamo continuamente a ruota non dico libera ma liberissima, spesso senza chiedere il permesso al cervello,  opinioni, pareri, speranze, previsioni su elezioni tedesche e americane (se vincesse Trump…!), referendum britannici e ungheresi, ballottaggi austriaci e venezuelani. Ma noi possiamo, siamo astuti, politicamente avvertiti, sappiamo valutare, possiamo spiegare ai nostri telespettatori e magari anche a quelli austro-ungarici come dovrebbe andare il mondo senza paura di essere invadenti o di dire fesserie.   Gli altri invece sulle nostre nobilissime procedure di democrazia devono tacere reverenti.
Concludo riprendendo una cosina carinissima che mi è arrivata “socialmente” dalla rete. Forse molti di voi l’hanno già vista ma, proprio perché carinissima, mi fa piacere  riproporla: “Referendum: Grillo dice no, Benigni dice si. Io, prima di decidere, vorrei sentire anche Aldo, Giovanni e Giacomo”.

Comunicus
*Presidente di grandi agenzie di comunicazione. Docente di marketing

Tags:
referendumitalicum





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