Referendum, parla Venerina Padua del Pd
La senatrice ad Affaritaliani:" costituzione e istituzioni siano patrimonio comune".
Tra poco si vota, che bilancio fai della campagna elettorale?
Il bilancio complessivo della campagna penso sia positivo. I sostenitori del SI sono riusciti a spiegare il merito e le ragioni della riforma, la direzione prospettata convince. Molti dei sostenitori del No, invece, sono stati piuttosto subdoli nelle loro argomentazioni. Basti vedere una menzogna circolata sui social e che ha riscosso un notevole seguito, tra le molte, secondo cui nel nuovo testo dell'art. 117 si sarebbe inserito "di nascosto", come limite alla potestà legislativa nazionale, quello del rispetto delle norme europee.
Speriamo che i cittadini italiani colgano questa occasione che il Paese aspetta da molto tempo.
I toni della campagna elettorale a volte sembrano eccessivi e il capo dello Stato ha più volte invitato alla moderazione dei toni. Tu cosa pensi in merito?
Toni un po' accessi possono far parte di una campagna così importante come quella referendaria. L'importante è restare nell'ambito della liceità e dell'onestà intellettuale, comunque la si pensi e comunque si voterà.
Questo non é stato sempre fatto, ad esempio nei dibattiti televisivi. È chiaro che la riforma è perfettibile, ma ogni riforma lo è per definizione. Quello che convince è la direzione verso cui guarderà il nostro sistema istituzionale.
Detto questo, vorrei che dal 5 dicembre non ci fossero "vincitori e vinti", le opinioni personali non possono mai prevaricare il diritto altrui a pensare in modo diverso.
Cosa ci si deve aspettare in queste ultime ore di campagna elettorale?
Gli ultimi giorni sono sempre quelli decisivi, in cui si sposta il voto degli indecisi. Sono giorni fondamentali anche se fare confronti con altri tipi di consultazione, come il referendum abrogativo o le elezioni europee o amministrative, non serve perché è troppo diversa la posta in gioco. Quindi: sondaggi da prendere con le molle e al lavoro per spiegare le ragioni che hanno portato il Parlamento a votare l'aggiornamento delle regole fondamentali del funzionamento del nostro Paese.
Dopo il voto, comunque finisca, cosa bisognerà fare per rilanciare il paese?
Come detto non vorrei una spaccatura diffusa nell'opinione pubblica, la Costituzione e le istituzione appartengono al patrimonio comune, non a quello privato.
Ci sono questioni ed urgenze su cui essere compatti non può che portare benefici, dalle esigenze che riguardano l'occupazione alla disciplina fiscale. Governare nei tempi moderni non è certamente semplice, farlo in un Paese spaccato a metà, a chiunque questo compito spetti dal 5 dicembre in poi, è solamente più difficile.