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Palazzi & potere
Renzi, Berlusconi e quel piano segreto per governare insieme

Silvio Berlusconi e Matteo Renzi lentamente ma inesorabilmente stanno ritornando al centro della scena politica italiana. Strano? Mica tanto perché, in fin dei conti, nelle scorse settimane, con i loro silenzi e con i loro dissensi sottotraccia, hanno fatto in modo che ogni tentativo di governo del paese abortisse: chi remando apertamente contro ipotesi di centrodestra con i Cinquestelle chi facendo di tutto da segretario dimissionario per tenere fuori il Partito democratico da ogni possibile ipotesi governativa. Ma adesso il tempo stringe, scrive Italia Oggi e i nodi da qualunque parte provengano vengono al pettine. Già perché i due, in realtà, sognano un «governo del presidente» che li veda protagonisti, chi con il centrodestra unito (Silvio Berlusconi) chi con un Partito democratico da macronizzare (Matteo Renzi).

Ebbene, a quanto rivelano fonti interne dei due partiti, il disegno sarebbe proprio questo: andare insieme al governo per poter finalmente tessere alla luce del sole quel filo che tra i due leader politici non si è mai spezzato e che, in futuro, potrà portare i due a dialogare sui voti forzisti che non vorranno morire sovranisti e che troveranno Matteo Renzi pronto ad aspettarli. Perché questo è il vero obiettivo dei due: Renzi tenterà di macronizzare il Pd anche con l'aiuto dell'amico Berlusconi al governo e dei voti che inevitabilmente, prima o poi, saranno in libera uscita da Forza Italia. Berlusconi, in cambio, avrà la garanzia di poter tutelare al meglio ancora a lungo i propri interessi politico-economici. Dapprima, grazie a un governo del Presidente a forte trazione centrodestra-Pd e poi passando il testimone politico a Matteo Renzi (più che a Matteo Salvini).

Insomma, grazie governo del Presidente (di «responsabilità nazionale», di «garanzia» o come altro lo si vorrà chiamare) e al dialogo con Forza Italia, Renzi potrà fare il suo bel partito della nazione, la En Marche all'italiana (cambiando il Dna del Pd oppure da solo, se i suoi antagonisti riusciranno a defenestrarlo dal partito che, a quel punto, si sarà ridotto ad uno straccio) e Berlusconi potrà difendere al meglio i suoi interessi economici mettendo al contempo la «museruola» all'inviso Salvini (che non è visto di buon occhio nemmeno dalle parti del Colle).

«Questo governo, che di fatto sarebbe un governo politico centrodestra-Pd mascherato da governo di responsabilità nazionale per farlo digerire anche alla Lega, porterà, nelle intenzioni dei due leader già artefici del Patto del Nazareno, al travaso di voti tra Berlusconi e Renzi» spiegano fonti politiche di altissimo livello. Per convincere la Lega a farne parte e per tenere unito il centrodestra il Premier potrebbe essere «uno alla Giorgetti piuttosto che Zaia» si fa sapere.

«Il mio convincimento è che andremo noi al Governo. Punto sul buonsenso dei parlamentari? No, punto sul terrore che hanno deputati e senatori di tornare a casa». Questo pensa Silvio Berlusconi, che non ha nessuna intenzione di mollare la presa. Dal 4 marzo va ripetendo in tutte le sedi istituzionali che l'Italia ha bisogno di stabilità, non di nuove elezioni e di un governo per le urgenze del Paese con tutte le forze responsabili, a cominciare dal Pd. «Cercherò di dire a tutti: smettiamola di guardarci di sbieco l'uno con l'altro...». Insomma, Berlusconi è pronto ad accordarsi con tutti, anche con il Pd e farà di tutto per convincere Salvini della bontà del progetto di «pacificazione nazionale».

L'unico modo per bloccare questo epilogo che ha molti sostenitori all'interno di Forza Italia e del Pd e per molti sembra un epilogo già scritto, è quello di mettere in minoranza Renzi alla prossima direzione del Partito democratico. Solo in questo caso, si spiega, Matteo Renzi sarebbe costretto al definitivo passo indietro e alla rinuncia dei suoi sogni di gloria con Berlusconi. Proprio perché se Renzi venisse messo in minoranza sarebbe sconfitto anche il progetto di governissimo a trazione centrodestra-Pd che sogna lo stesso Berlusconi e forse si tornerebbe a parlare del governo sovranista Lega-5Stelle. Ma Renzi in vista della Direzione del prossimo 3 Maggio appare in vantaggio. I numeri nell'organismo dem parlano chiaro: su 209 componenti, la maggioranza è 105 e i renziani affermano di poter contare su 128 voti: «Renzi 117, Orfini 8, Delrio 3». Poi tutti gli altri, cioè la minoranza: Dario Franceschini (20 membri in Direzione), Michele Emiliano (14), Andrea Orlando (32). I prodiani rappresentati da Sandra Zampa, Walter Verini per l'area Veltroni (2). E poi c'è Maurizio Martina (i 'suoi' sarebbero 9 in Direzione).

Insomma, continua Italia Oggi, quel governo di «tutti tranne i 5 Stelle» (che inevitabilmente sarebbe a predominanza centrodestra-Pd visto i numeri in parlamento) di cui si parlava nei mesi scorsi anche dalle parti del Quirinale ai tempi dell'approvazione del Rosatellum potrebbe diventare una realtà e d'altra parte i Cinque Stelle con le dichiarazioni più recenti di Di Maio sembrano essersi già autoesclusi da ogni ipotesi di «governo largo». E i 5Stelle allora? Dopo tanti fallimentari giri di walzer, cominciano a convincersi che probabilmente per loro la soluzione migliore è quella di restare all'opposizione. Si eviterebbe così di spaccare il Movimento e, viste anche le scarse prove di governo che hanno dato finora, dal loro punto di vista evitare di governare, stare fermi un giro, potrebbe essere la soluzione migliore per crescere ancora elettoralmente e andare al potere quando e se potranno farlo da soli. Magari grazie ad una nuova legge elettorale.

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