Renzi, Minniti e quei soliti sospetti in vista del 2018
QUALCOSA non torna, secondo Minniti. Ne è nato un dubbio, che suona così: «È il segnale che è iniziata la partita del 2018 e che qualcuno mi considera come un problema. Ma io - assicura - faccio il ministro dell' Interno, proiettato anima e corpo alla questione dei migranti».
Quanti sospetti, in questo agosto di vigilia elettorale, scrive Repubblica.
Messi allo specchio, i timori di Minniti assomigliano a quelli dell' ex premier. Da tempo Renzi si sente sotto assedio. Scruta con scetticismo ogni mossa di Dario Franceschini e Andrea Orlando. E teme ogni potenziale candidato alla guida del prossimo governo, quindi anche Minniti.
Ecco il punto, insomma: la battaglia per la prossima guida del governo. Non poteva che finire così, con una riforma elettorale inchiodata ai veti parlamentari e un proporzionale che imporrà quasi certamente un premier di larghe intese.