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Palazzi & potere
Renzi: per la killer application è tardi

In un recente articolo, mi scuso ma non ricordo di chi e dove, si diceva che il team di comunicazione di Renzi sta lavorando sodissimo alla campagna per il si ma non riesce a trovare la così detta “killer application”: la formula di comunicazione sintetica, forte, definitiva che fa pendere la bilancia a favore di una posizione politica o di un’altra. “Ma la troveremo”, dicevano i comunicatori renziani.
Non la troveranno, mi permetto invece di pensare io. Non la troveranno perché Renzi se ne è già giocata una fortissima, sinteticissima e chiassosa all’inizio e cioè l’identificazione del si al referendum con un si a lui; e del no come un no a lui, tanto è vero che ha parlato di andarsene, anzi di ritirarsi, in caso di vittoria del no.
Una killer application come questa è talmente killer che ha condizionato tutta la vicenda del referendum costituzionale e non è adesso sostituibile da nessun’altra. Qualsiasi altra infatti sarebbe comunicativamente sbiadita. Il fatto poi che Renzi abbia poi cambiato strada, rinnegando in qualche misura quanto aveva proclamato, si è rivelato non solo inutile, perché la nuova posizione non poteva essere così forte come la precedente, ma addirittura controproducente (un po’, qualcuno lo ricorderà, come l’Africa di Veltroni).
Perché tutto questo? Credo la risposta sia chiara. Renzi ha concepito legge elettorale e riforma costituzionale quando pensava di essere imbattibile (ma ovviamente mai in grado di ottenere la maggioranza assoluta) e quindi ha preparato un meccanismo costituzionale-elettorale in grado di blindare la sua posizione di vincente “relativo”.  Quindi ha detto agli Italiani: voi darete certamente al PD la maggioranza relativa e volete stabilità; e io vi propongo un meccanismo per cui con il 37/40% dei voti prendo tutto, ci aggiungo un nuovo assetto costituzionale in grado  di semplificare e di far uscire l’Italia dalla palude del suo sistema politico ma anche di ridurre la forza dei contrappesi, e così governo stabilmente. Attenti però: se non votate la mia riforma costituzionale che chiude il cerchio con la mia riforma elettorale, me ne vado e sono affari vostri. Dopo di me il diluvio. Diciamo che fare riforme così importanti per blindare una leadership che si ritiene “relativamente” invincibile non è proprio da grande statista. Ma comunque non è il primo; in Italia in genere si fa così.
Al momento la situazione è tutt’altra e le riforme renziane darebbero probabilmente la sovranità assoluta  ai Cinque stelle, che forse, con queste nuove regole e data la loro struttura ideologica e la loro composizione sociale, un pericolino vero per la normale democrazia rappresentativa lo costituirebbero e, padroni del campo, forse non farebbero prigionieri.
Per una killer application a favore del si è tardi. Certo è che se Renzi dovesse vincere, deve smontare la legge elettorale detta Italicum il più presto possibile. Se dovesse perdere e non si trovasse l’accordo per cambiare l’Italicum avremmo un pasticcio non da poco, con due camere con uguali poteri elette con due meccanismi completamente diversi.

Comunicus
*Presidente di grandi agenzie di comunicazione. Docente di marketing

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