Renzi sbatte la porta in faccia al Cav: la legge elettorale non si cambia
«Se ne riparla a settembre», taglia corto Matteo Renzi a chi lo incalza per avere una sua risposta all' appello di Silvio Berlusconi sulla necessità di riformare la legge elettorale.
Appello dai toni forti: «Spero che Renzi abbia uno scatto da leader», perché altrimenti «rischia di essere il protagonista di una delle peggiori crisi che il paese abbia mai avuto», con la «impossibilità di far nascere un governo».
Timore, scrive il Giornale, che il leader del Pd aveva liquidato, qualche giorno fa, escludendo un rischio «instabilità». Renzi però sa che la partita della legge elettorale può diventare, in autunno, assai insidiosa per lui. Sa che partirà un pressing generalizzato, che comprenderà pezzi del suo partito (da Franceschini a Orlando a buona parte dei gruppi parlamentari); i vari partitini della sinistra, da Bersani a Pisapia; gli ex pezzi da novanta del centrosinistra come Romano Prodi e Enrico Letta. Persino il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che più volte ha richiamato alla necessità di modificare l' attuale inguacchio elettorale cucinato dalla Consulta. Tutti mano nella mano con Berlusconi, per reclamare il premio di coalizione.