Retromarcia su Consip: nel verbale del "complotto" la "bomba" non era su Renzi
Lo stenografico dell' audizione di Lucia Musti smonta la tesi del golpe: la pm faceva riferimento a un' altra inchiesta, quella su Cpl-Concordia e le coop
La "bomba" arrivata nelle mani della procuratrice di Modena Lucia Musti, secondo quanto le avrebbe detto il colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, alias Ultimo, non aveva un riferimento all' intercettazione tra il segretario del Pd Matteo Renzi e il generale della Guardia di Finanza, Michele Adinolfi. Non è la pistola fumante, come qualcuno ha paventato in questi giorni, che prova il complotto giudiziario ai danni dell' ex premier, proseguito con l' inchiesta Consip e sempre con la sponda del Fatto Quotidiano. La "bomba" era rappresentata dall' indagine condotta dal Noe dei carabinieri di Ultimo, che mettevano sotto accusa le coop rosse e il mondo vicino a Massimo D' Alema, mai indagato.
Quando Musti, scrive il Fatto, parla di Ultimo ai consiglieri del Csm, sostenendo che lui come il maggiore Giampaolo Scafarto erano degli "esagitati", lo dice perché parla dello stralcio di indagine Cpl-Concordia che le arriva per competenza da Napoli.