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Palazzi & potere
Sanremo 2018: il Festival scivola sui migranti e Favino scatena la polemica

Lo straniero, perduto nella foresta, solo senza appoggi cui aggrapparsi, abbandonato da tutti. Lo straniero, su qualunque suolo sia, da ovunque provenga. Come descritto nel testo del regista e drammaturgo francese Bernard-Marie Koltès. Questo il senso del monologo di Pierfrancesco Favino nella serata finale del Festival, scrive il Giornale. Una recitazione intensa la sua, con le lacrime agli occhi, che ha ammutolito la platea del teatro Ariston, ma che inevitabilmente era foriera di polemiche. Che, puntualmente, visto che siamo anche in piena campagna elettorale, sono arrivate.

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