Scandalo Etruria: c'è un nuovo filone. Nuove grane in arrivo per Boschi Sr?
C'è chi scommette che a settembre la procura chiederà l' archiviazione dell' accusa di bancarotta a carico di Boschi senior per la buonuscita da 1,2 milioni di euro concessa all' ex dg Bronchi. Ma il padre della sottosegretaria non può ancora cantare vittoria, perché formalmente è ancora iscritto nel registro degli indagati, scrive Repubblica.
Dei 300 milioni di euro di presunte distrazioni patrimoniali provocate da chi governava la banca, a lui vengono contestati solo 474 mila euro: è la quota della liquidazione di Bronchi, al netto delle tasse e di quanto effettivamente gli spettava. Gli inquirenti non hanno ancora formulato alcuna richiesta di archiviazione, però a favore di Boschi c' è un pronunciamento del gip aretino Anna Maria Lo Prete, che ha escluso la responsabilità dei consiglieri che votarono la buonuscita milionaria.
L' allora presidente Rosi si presentò al cda con due avvocati e due pareri legali scritti, secondo i quali se Bronchi non avesse ottenuto 1,2 milioni avrebbe potuto vincere una causa civile molto più onerosa. Dunque - è il ragionamento del gip - Boschi e gli altri consiglieri non ebbero scelta. Un'impostazione assolutoria che però la procura di Arezzo non ha ancora deciso se condividere.
Nel frattempo, scrive ancora Repubblica, la procura di Arezzo, ha aperto un altro fascicolo per il reato di "falso in prospetto" sulla base di quanto sostenuto dall' Authority di Giuseppe Vegas, e cioè che i vertici di Etruria dettero informazioni false sullo stato dei crediti deteriorati, inducendo nell' errore la Consob che infatti nel 2013 autorizzò l' emissione delle subordinate. Sostenendo di aver avuto contezza dei bilanci reali solo nel 2016, grazie alla nuova gestione della Popolare.
E' un' anomalia che i magistrati vogliono approfondire acquisendo documentazione nelle sedi di Consob e di Banca d' Italia perché sono convinti che - stando alla norme - Bankitalia avesse l' obbligo di informare Consob degli esiti delle ispezioni su Etruria che andavano avanti dal 2010. Dove si è consumato il corto circuito della comunicazione tra autorità di vigilanza? Se poi verrà riscontrato che i componenti del cda in quel 2013 taroccarono effettivamente i dati poi trasmessi dovranno rispondere per falso in prospetto. Pier Luigi Boschi compreso.