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Palazzi & potere
Senato zitto sulle banche: la commissione non si farà

Cade la proposta di un organismo d’inchiesta. Tredici disegni di legge restano nel cassetto.

Meno polvere si alza e meglio è. Soprattutto se si parla di banche, da sempre abituate a mettere i loro polveroni sotto ricchi tappeti. I tracrolli di un colosso come Monte Paschi e in misura poco minore Carige, i quattro istituti finiti in procedura di risoluzione (Banca Etruria, Cariferrara, Carichieti, Banca Marche) e i guai di corazzate come la Popolare di Vicenza e Veneto Banca, oltre a chiamare in causa le responsabilità di chi doveva vigilare e non l’ha fatto, a partire dalla Banca d’Italia, imponevano un accertamento dei fatti da parte del Parlamento. Troppi gli interessi in gioco, scrive la Notizia, e ancora di più i soldi spariti nel nulla e i risparmiatori ridotti sul lastrico. Ce n’è abbastanza dunque perché la vicenda sia messa sotto i riflettori delle Camere, dove i nostri legislatori in teoria dovrebbero essere interessatissimi su quanto è accaduto, per evitare quanto meno che le stesse dinamiche possano accadere ancora. Di qui la comprensibile richiesta di istituire una Commissione di inchiesta, avanzata da più parti.
CASI SCOTTANTI Quando però arriva il momento di tirarla fuori davvero la polvere da sotto i tappeti, ecco che i nostri parlamentari si scoprono tutt’altro che interessati ai buchi del sistema bancario. Così ieri la Conferenza dei capogruppo ha bocciato la semplice discussione delle proposte di legge sull’istituzione di una commissione parlamemtare di inchiesta sul sistema bancario. L’ennesima resa della politica di fronte a questioni sicuramente grandi e spinose, che in questo modo restano bersaglio esclusivo della magistratura, lentamente ma inesorabilmente in azione sul dissesto degli istituti creditizi finiti in ginocchio. Naturale perciò la delusione di chi aveva spinto per far accendere alla politica un faro, come la senatrice cinzia Bonfrisco (Col), che ha ricordato di aver reiterato la richiesta di poter discutere sull’istituzione della Commissione d’inchiesta, su cui ci sono peraltro 13 disegni di legge che giacciono in commissione. Sul punto però il Governo non si è espresso (forse troppo impegnato a promettere trasparenza in eventi come La Leopolda) e la maggioranza ha dato voto contrario. Far luce anche in Parlamento su una delle fasi più opache del sistema bancario italiano non è perciò una priorità. Meglio non alzare altra polvere, anche perchè i banchieri coinvolti avranno avuto il loro tornaconto, ma per molti politici non è stato da meno.

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