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Smart Working: Come, Dove e Quando

Lo Smart Working è un fenomeno di profonda trasformazione dell’organizzazione del lavoro e anche in Italia può essere l’occasione per rilanciare un tessuto economico e sociale da lungo tempo vittima del mutismo innovativo che attanaglia questo Paese.

Nonostante sia ampiamente dimostrato che lo smart working contribuisca a rendere i lavoratori più entusiasti e le imprese più flessibili e pronte alla competizione internazionale, il peggior nemico del lavoro agile rimane la resistenza organizzativa di quelle aziende che riducono il fenomeno ad una moda passeggera. Non a caso oggi, il campo di applicazione dello smart working è quasi esclusivamente focalizzato sulle grandi imprese e su lavoratori di concetto. Tuttavia, con modalità e strumenti leggermente differenti, lo smart working deve e può essere applicato a tutte le imprese a tutti i lavoratori. Anzi, diciamocelo chiaramente, non esistono ragioni perché non si possano applicare modelli di lavoro agile anche nelle PMI.

Per le PMI, infatti, lo smart working può essere una valida occasione non solo per dare flessibilità, ma anche per facilitare un clima e un’organizzazione del lavoro più aperta all’innovazione e alla collaborazione con altre realtà aziendali. Se consideriamo i parametri normativi non esistono barriere dimensionali. Il vero freno all’adozione dello smart working nelle PMI sembra essere piuttosto legato ad una cultura manageriale obsoleta che non permette di cogliere i benefici. Nulla di insuperabile, sono barriere facilmente scavalcabili attraverso un percorso capillare di (in)formazione.

Le organizzazioni che riusciranno per prime a introdurre modelli organizzativi “smart” potranno conseguire un vantaggio competitivo ottenendo al tempo stesso migliori condizioni di lavoro e livelli superiori di qualità del servizio.

Fare smart working si può, anche dove fino ad oggi non è stato fatto. I risultati ottenuti dalle imprese che per prime si sono cimentate in questo percorso indicano che rimettere in discussione stereotipi relativi a luoghi, orari e strumenti di lavoro consente ad incrementare la produttività e la qualità del lavoro svolto.

Fare smart working si deve perché l’entità dei benefici per le persone, le imprese e la società nel suo insieme, dimostrano che in questo momento lo smart working non è più solo “un’opportunità”, ma una leva irrinunciabile per recuperare quelle energie e quei talenti che sono oggi necessari per dare nuovo slancio alla competitività del nostro sistema Paese. 

Benedetta Fiani

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