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Palazzi & potere
L'economia europea? Altro che Schäuble. La proposta di Marcello Minenna

Professor Minenna, in un momento in cui anche il FMI certifica la ripartenza dell’economia italiana alzando le stime di crescita e la produzione industriale accelera a ritmi inattesi, l’Europa ci sorprende in contropiede con la proposta Schäuble di ristrutturare il debito ed quella BCE che inasprisce le richieste di capitale alle banche a copertura degli NPL. Cosa succede?

Trovo inspiegabile che qualcuno sia rimasto sorpreso. Si tratta di proposte di riforma che girano negli ambienti ufficiali da mesi e testimoniano casomai come il Paese sia ancora gregario nella spinta ad una rinnovata  integrazione europea. La brutta esperienza avuta con il varo acritico del Fiscal Compact e della normativa sul bail-in sembra non avere insegnato nulla alla nostra classe dirigente. Anche la Francia ha detto la sua con il discorso di Macron alla Sorbona; l’Italia cosa ha proposto? Ovvio che poi ci ritroviamo a discutere – ed a volte a prendere solo atto – delle scelte altrui. Nel vuoto assordante di un panorama nazionale troppo impegnato a  discutere le iniziative tedesche, ho proposto sul Corriere e sul Wall Street Journal alcune idee out of the box per affrontare i problemi del debito pubblico e privato.

Sugli NPL la BCE colpisce duro ma alla fine risparmia lo stock di NPL già esistente. Le nuove misure restrittive si applicheranno solo sui crediti deteriorati futuri, che con la ripresa non dovrebbero essere moltissimi. Perché le banche italiane sono così allarmate allora?

è vero che le stime dell’impatto dei provvedimenti BCE (ancora in discussione) sono nel complesso limitate e non giustificherebbero un fuoco di sbarramento così aggressivo. Il punto è che probabilmente c’è dell’altro in pentola: la BCE ha previsto di intervenire nuovamente a marzo 2018 sul tema ed in questo caso si prevedono ulteriori misure anche sugli stock esistenti. Sospetto che si tratti di una richiesta di scendere sotto una determinata soglia entro un tempo limitato, viste le manovre che mirano a connettere la riduzione dei rischi con il varo di una versione limitata dell’assicurazione europea sui depositi. è questa minaccia latente a spaventare le nostre banche.

Secondo una sua recente proposta ci sono altri modi per gestire il problema delle sofferenze.

Nel mio libro “La Moneta Incompiuta” ho presentato il “Salva-Imprese”, una soluzione per superare la prassi di svalutare i crediti bancari, mantenendoli nei bilanci di banca e impresa al valore nominale inclusivo degli interessi rimuovendo la segnalazione in Centrale dei Rischi dell’impresa “in sofferenza” come “cattivo pagatore”. Ho proposto dunque una nuova contabilità che “sincronizzi” i bilanci di banca ed impresa al valore del credito svalutato. Un haircut che non è un condono perché riflette quanto il contribuente ha già pagato per via dei mancati gettiti fiscali. La sofferenza sorta nel periodo di crisi (non la nuova) viene quindi trasformata in un credito in bonis nel bilancio della banca attraverso una garanzia dello Stato a prezzo di mercato. Il progetto ha già raggiunto le Aule del Parlamento come proposta di Legge qualche mese fa.

Tornando a Schäuble, cos’è che l’ex ministro intende vedere realizzato con la sua proposta di riforma del Fondo Salva-Stati?

Guardi al momento, nonostante i suoi difetti, il Fondo Salva-Stati garantisce la possibilità di accedere fino a 500 miliardi di liquidità per quei Paesi dell’Eurozona che vadano in difficoltà finanziaria. Certo, al costo di dure condizionalità imposte da quello che è in sostanza l’azionista di maggioranza, cioè la Germania. Peraltro anche l’Italia ha contribuito con 18 miliardi (di nuovo debito pubblico) al capitale del Fondo, anche se non ha grosse voce in capitolo. L’obiettivo di Schäuble è di svuotare il Fondo della sua capacità di erogare fondi ai Paesi in difficoltà; secondo lui l’ESM dovrebbe cercare di sborsare il meno possibile, trasferendo l’onere sui creditori privati. Infatti nell’accedere al Fondo il governo richiedente dovrebbe sospendere innanzitutto il pagamento degli interessi; poi in alcuni anni il debito dovrebbe essere ristrutturato imponendo un haircut ai detentori di titoli. Solo una minima parte delle risorse necessarie sarebbe sborsata direttamente dal’ESM. In sostanza il Fondo si impegnerebbe innanzitutto a salvare sé stesso.

Qual è il senso economico di questa idea?

Il senso ce l’ha se si considera anche l’insieme dei nuovi poteri che la riforma assegnerebbe al Fondo. L’ESM dovrebbe vigilare sul rispetto del Fiscal Compact con poteri penetranti di intervento nella determinazione delle politiche fiscali nazionali. In pratica il Fondo si trasformerebbe de facto nella nuova Troika, senza i lacci della diplomazia intergovernativa e dell’influenza terza del Fondo Monetario Internazionale.

La mossa di Schauble sembra uno schiaffo diretto all’iniziativa per l’Europa di Macron…

è esattamente così. Il “non-paper” dell’ex-ministro tedesco silura proprio alcune delle proposte rilanciate da Macron alla Sorbona, come il concetto di una rete di protezione minima contro la disoccupazione da implementare a livello europeo. Con un’arroganza notevole, Schäuble ritiene qualsiasi tipo di trasferimento di tipo fiscale dai Paesi più deboli a quelli più forti assolutamente “non necessario” e lesivo dei livelli di competitività. Come cura alla disoccupazione, Schäuble ritiene una massiccia migrazione intra-UE dei giovani la soluzione migliore; come se la fuga al Nord degli anni 60-70 abbia risolto i problemi strutturali del Mezzogiorno. La foglia di fico è che ora Schäuble non rappresenta più la posizione ufficiale del governo tedesco; ma l’iniziativa di Macron mi sembra morta prima di cominciare.

Eppure ci sono altre strade per migliorare l’efficacia del Fondo Salva-Stati. Lei ha una prospettiva differente..

Si tratta semplicemente di una differente direzione da prendere non solo nella riforma dell’ESM ma di tutta l’architettura dell’Eurozona, che trova fondamento nella condivisione dei rischi. L’unione monetaria non può esistere senza risk-sharing, cioè nella necessità di garantire una redistribuzione delle risorse dai Paesi più forti a quelli più deboli. Guardi, l’Euro è per costruzione una valuta troppo forte per la maggioranza dei Paesi membri, perché è una costola del marco e tende a drenare naturalmente risorse verso la Germania ed in parte la Francia. Non è una “colpa” da attribuire ai tedeschi; si tratta semplicemente di mettere in atto dei meccanismi di riequilibrio che sono normali in qualunque area valutaria unica.

Ci spieghi la sua proposta

Venendo alla mia idea, credo che l’ESM dovrebbe essere finalmente il garante di ultima istanza di tutto il debito pubblico dell’Eurozona. Non sarebbe gratis; ogni Paese dovrebbe versare contributi in relazione alla valutazione di mercato del proprio rischio. In questo modo il Fondo avrebbe un capitale più ampio ed un merito di credito tale da rastrellare senza sforzo capitali a bassissimo costo per finanziare investimenti pubblici su grande scala all’interno dei Paesi membri, sempre in proporzione alle loro contribuzioni. Niente più di quello che il Fondo fa già, ma con un nuovo focus sull’economia reale in grado di colmare il deficit di investimenti che sta frenando la ripresa economica. Una proposta non esattamente in linea con le idee di Schäuble.

Marco Antonellis

 

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