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Palazzi & potere
Banca d'Italia: parte la contraerea contro le fake news della politica

Non è vero che via Nazionale voleva salvare i banchieri mentre il governo Renzi ha salvato i correntisti; perché ciò che è stato fatto per aiutare i risparmiatori rovinati da banche locali sull' orlo del fallimento, Bankitalia e governo lo fecero insieme; anzi partì dal Governatore, nel novembre 2015, l' iniziativa per evitare che a gennaio 2016 scattasse il «bail in», la tagliola imposta dall' Europa per far sì che fossero i clienti titolari di obbligazioni e di grandi depositi a pagare in parte i salvataggi degli istituti di credito semi-falliti, scrive la Stampa.
Né è vero che la riforma delle popolari messa a punto dal governo Renzi non riguardava Banca Etruria, di cui il padre di Maria Elena Boschi era vicepresidente: la riguardava eccome, e soltanto dopo l' approvazione della nuova legge la banca poté essere liquidata e venduta, come Carichieti, Banca Marche e Ferrara, acquistate, si fa per dire, dati i prezzi simbolici, da Ubi Banca e Bper, con il contributo decisivo del fondo bancario di risoluzione, in pratica con i soldi delle altre banche.
Vero è invece che Visco, continua la Stampa, dall' inizio del suo primo mandato, nel 2011, aveva cominciato inutilmente a bussare alle porte dei presidenti del consiglio per convincerli a trovare una soluzione al problema delle popolari: banche piccole, medie e grandi, con legami spesso equivoci con il territorio, e amministratori che facevano il bello e il cattivo tempo e spesso soprattutto gli affari loro. Tra il 2007 e il 2015 ben settantacinque banche sono state commissariate, chiuse o assorbite da altre banche con spalle più larghe, in grado di accollarsi situazioni assai difficili. E a parte Verdini, con il suo Credito cooperativo che gli ha portato una decina di capi di imputazione e una condanna a nove anni, chi ha mandato in galera o sotto processo Mussari di Monte Paschi, Berneschi di Carige, Consoli di Veneto Banca, Bianconi di Cassa Marche, De Matteo di Tercas, oltre a papà Boschi e all' intero consiglio di Banca Etruria?
La vituperata Vigilanza di Bankitalia, processata giovedì nell' aula della Commissione parlamentare d' inchiesta sulle banche, ha fornito alle procure di mezza Italia l'elenco delle malversazioni di amministratori imbroglioni: gente che stava nei consigli di amministrazione per intestare alle mogli prestiti onerosi che non sarebbero stati restituiti; o per riempirsi le borse di contanti da portare all' estero; o per convincere clienti già traballanti a comperare azioni e obbligazioni in cambio di mutui senza garanzia destinati a imprese in default e perseguitate dai creditori.



 

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