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Palazzi & potere
Terremoto Amatrice, Sabella ad Affari: "Modello Expo per la ricostruzione"

"Esaurita la fase dell’emergenza, bisogna costituire un’unica stazione appaltante,  che sia veramente una sola e che sia composta da tecnici puri. Poi è indispensabile che gare e contratti siano vigilati da una struttura specifica dell’Anac, sul modello Expo, magari ricorrendo ad ulteriore  personale della Guardia di Finanza, e che si trovi un canale privilegiato con le Prefetture". Il magistrato ed ex sostituto procuratore del pool antimafia di Palermo ed ex assessore della giunta Marino, Alfonso Sabella spiega ad Affaritaliani.it la propria ricetta per evitare sprechi e corruzione nella ricostruzione post-terremoto nel Centro Italia. Il tecnico poi dice la sua sulla riforma costituzionale e sul referendum, sulle Olimpiadi a Roma e...


L'INTERVISTA 

In Italia ci si riempie la bocca di "anticorruzione" però sono in pochi a praticarla veramente. Spesso si predica bene e si razzola male. Qual è il tuo punto di vista in merito?
"Mi spiace essere così diretto e anche un po’ volgare ma come ho scritto nel mio libro Capitale Infetta la logica che domina molte pubbliche amministrazioni è quella che ho definito dell’"ad culum parandum". Si mettono le carte a posto, si adottano i piani anticorruzione, si fa presunta formazione per dire ai pubblici dipendenti che devono essere onesti e puri, si organizzano onerosi convegni e dibattiti per sostenere che bisogna contrastare il malaffare  ma poi non si fa alcun controllo concreto, non si verifica e non si cura la effettiva professionalità di dirigenti e funzionari, non si indaga sulle criticità di determinati contratti prorogati da decenni, non si mandano a casa i corrotti e coloro che non hanno adeguatamente vigilato al riguardo; per poi costernarsi e indignarsi quando questi vengono colti con le mani nel sacco".

Va molto di moda coinvolgere sempre l'Autorità di Cantone, ma l'Anac ma ha soltanto 300 uomini a disposizione e non può certo fare tutto lui. Tu cosa ne pensi?
"Raffaele Cantone ha il grandissimo merito di aver preso in mano un carrozzone inutile com’era diventata la vecchia AVCP (Autorità di vigilanza sui contatti pubblici) e averla trasformata in una struttura agile, moderna e, finalmente, efficace e prestigiosa. Se l’Italia è al 61° posto mondiale nella classifica dei Paesi più virtuosi un motivo ci sarà ed è certamente lo stesso motivo che spinge, a ogni difficoltà, a rivolgersi alla magistratura o all’Anac delegando interamente a loro il controllo di legalità. Se la magistratura interviene dopo che la frittata è fatta e il reato si è consumato, la struttura di Cantone, che va certamente potenziata, non può comunque farsi carico delle criticità di tutte le pubbliche amministrazioni del Paese incapaci di adottare al proprio interno strumenti e meccanismi validi a contrastare il malaffare e a far sì che i loro pubblici ufficiali, politici o amministrativi che siano, esercitino le loro funzioni proprio come prevede la Costituzione: con disciplina e onore. Il whistleblowing, altra cosa che servirebbe come il pane al paese si è arenato al Senato e non si sa quando sarà approvato. Non mi sembra un bel segnale se si vuole veramente sconfiggere la corruzione. Ma ciò non toglie che le Pubbliche amministrazioni possano provvedervi autonomamente proprio come ben oltre un anno fa ho fatto io a Roma, dove il whistlebowing è ormai realtà. C’è però da dire che manca ancora la cultura sull’utilizzo efficace dello strumento da parte dei pubblici dipendenti cosa su cui non abbiamo avuto il tempo di lavorare a causa del prematuro scioglimento dell’Assemblea capitolina".

Dal suo punto di vista come bisognerebbe agire per evitare sprechi e corruzione nella ricostruzione post terremoto?
"Sarebbe troppo lungo da illustrare. In linea generale posso dire che, esaurita la fase dell’emergenza, bisogna costituire un’unica stazione appaltante;  che sia veramente una sola e che sia composta da tecnici puri. Poi è indispensabile che gare e contratti siano vigilati da una struttura specifica dell’Anac, sul modello Expo, magari ricorrendo ad ulteriore  personale della Guardia di Finanza, e che si trovi un canale privilegiato con le Prefetture per ottenere in tempo reale la documentazione antimafia che deve essere acquisita pure quando, in relazione all’importo dell’appalto, non è espressamente prescritta dalla legge. Ritengo poi che possa farsi ricorso, così come avevo iniziato a fare a Roma e con buoni risultati, a una lista aperta di imprese adeguatamente “certificate” da invitare a rotazione e per sorteggio alle procedure semplificate. Quanto all’esecuzione  dei lavori si potrebbe istituire una struttura autonoma di controllo, con tecnici qualificati, personale delle ASL, dell’Ispettorato del lavoro, delle Forze di Polizia, per effettuare verifiche a sorpresa in corso d’opera e totalmente indipendenti da quelle del direttore dei lavori e dei collaudatori".

Le piace la riforma della pubblica amministrazione? O renderà la politica ancora più invadente e preponderante anziché separarla nettamente dalla dirigenza come pure prevede la legge dello Stato?
"La separazione dell’indirizzo politico dalla gestione amministrativa è stato l’obiettivo della riforma Bassanini, obiettivo certamente nobile e condivisibile, ma come ho personalmente constatato al Comune di Roma, ciò ha prodotto, da un lato, la deresponsabilizzazione della politica e, dall’altro, ha creato macchine amministrative fuori controllo e facilmente corruttibili. Il problema non sta, secondo me, nelle norme, ma nella selezione della classe dirigente che forse è il momento che avvenga solo sulla base dei meriti e delle capacità del singolo non, come è quasi sempre accaduto finora, perché questo è benvoluto da qualche politico o alto papavero".

Che ne pensi della diatriba sulle Olimpiadi? C'è un modo, anche qui, per evitare sprechi e business "allegri"?
"Non sta a me dire se sia o meno conveniente per Roma accettare la candidatura olimpica ma mi dispiacerebbe molto prendere atto che la mia città ha deciso di rinunciare a un’occasione del genere solo perché non ci si ritiene capaci di impedire al malaffare di lucrare sull’evento. Significherebbe arrendersi di fronte ai criminali e Roma Capitale non può far passare un messaggio simile".

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alfonso sabella





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