VAR: Cui prodest? Innovazione tecnologica o dispositivo anti...
La Var strumento per aumentare trasparenza e concorrenza nel campionato di calcio italiano e invogliare gli investitori stranieri
Dopo appena due giornate di campionato, sul VAR (Video Assistant Referee) sistema sperimentale introdotto nel calcio italiano per riesaminare le azioni di gioco potenzialmente "sospette", tra gli addetti ai lavori sono più gli scontenti che i contenti.
Sul fronte dei detrattori ci sono, soprattutto, bianconeri e giallorossi. I primi si sono affidati al portiere Gigi Buffon, per contestare il nuovo progetto della FIGC, i secondi hanno lanciato un j'accuse da Boston, attraverso la voce di James Pallotta, il presidente che dirige il club capitolino dagli States.
Il sistema in questione deve essere perfezionato (su diversi aspetti), ma se la tecnologia può aiutare a far decidere meglio l'arbitro ben venga il tutto, anche se la tesi della Juve è nella direzione opposta: il VAR "deresponsabilizza" il giudice di gara e quindi peggiora la situazione. La Juventus probabilmente si è sentita messa nel mirino ed ha fatto immediatamente uscire allo scoperto il suo giocatore più rappresentativo, Buffon, monumento del calcio nazionale. Non uno qualsiasi. Anche i simboli contano.
Ma andando a scavare negli androni del palazzo calcistico nazionale, i soliti bene informati giurano il 'Var' sia il prezzo da pagare per l'introduzione dei capitali stranieri di cui il calcio italiano ha sempre più bisogno. Insomma, bisognava mandare un 'segnale' forte a tutto il mondo calcistico per invogliare dall'estero ad investire nel calcio italiano e per fare questo era necessario garantire massima trasparenza e linearità nelle decisoni arbitrali, troppo spesso discusse in Italia a differenza di altri campionati.
"Se un magnate straniero investe in Italia centinaia di milioni di euro vuole la garanzia di poter lottare ad armi pari con tutti quanti. Non può buttare milioni di euro per una decisione arbitrale sbagliata o perchè non ha gli appoggi giusti nel 'palazzo'". Insomma, niente più squadre sole al comando mentre tutti gli altri stanno a guardare: serve maggiore concorrenza e competizione. Il fatto che vincano sempre gli stessi toglie interesse e appeal internazionale al calcio italiano oltre che i soldi delle televisioni: inutile abbonarsi se già sai chi vincerà.
L'introduzione del VAR, dunque, dovrebbe togliere peso alle "influenze" e al "potere", a volte "strapotere" delle società nei confronti del palazzo calcistico e rendere lo stesso campionato più attraente e competitivo anche e soprattutto per grandi investitori e sponsor. E se ciò dovesse realmente accadere c'è chi giura che a breve possano arrivare ulteriori investitori stranieri interessati ad acquistare altri club di prima divisione.