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Palazzi & potere
Vivacchiare fa male al paese; elezioni subito! E su Trump, l’Europa...

Che anno sarà per la politica italiana? Elezioni si o no?
È ovvio che premeremo per avere elezioni il prima possibile; questo è un governo debole, senza direzioni definite e facile preda delle pressioni dell’Europa, che arriveranno certamente già prima della primavera prossima in merito alla manovra correttiva sul bilancio 2017. È necessaria una guida politica precisa e un risultato netto può passare solo dalle urne; chiaro che possono provare a resistere e vivacchiare per diversi mesi da qui ad aprile 2018, ma questo farà solo del male al Paese.


In America arriva Trump; cambierà veramente qualcosa?
Di sicuro ci sarà una sterzata decisa rispetto alla linea Obama; il programma dei primi 100 giorni parla da sé. Ci sarà un fuoco di fila di ordini esecutivi che colpiranno al cuore le maggiori costruzioni politiche di Obama, tra cui l’Obamacare ed i Trattati internazionali di libero scambio. La speranza degli elettori è che la cura shock di Trump possa riuscire a veicolare parte dell’enorme ricchezza che gli USA continuano a produrre verso la working class. Al di là delle promesse della campagna elettorale, le nomine fatte da Trump per i principali centri di potere ed i progetti di taglio delle tasse sembrano segnalare che salvare la working class potrebbe non essere proprio il primo pensiero di Trump. Ma staremo a vedere. Certo un cambiamento ci sarà, ma non è detto che sia per il meglio, come peraltro storicamente accade con le cure radicali.


L’Europa appare sempre più ad un bivio; cambiare o morire. È proprio così? E come dovrebbe cambiare?
Se l’Europa continua sulla linea che appare segnata, non ho dubbi che le forze centrifughe avranno la meglio e nemmeno troppo in là nel tempo. Ci sono dei fattori di stress che minano il progetto dell’Euro che stanno aumentando naturalmente: il rialzo dei tassi di interesse, la fine del Quantitative Easing, il ricambio ai vertici della Banca Centrale Europea nei primi mesi del 2019 con un probabile Presidente proveniente dalla Bundesbank. Non dimentichiamo inoltre che il ciclo economico prima o poi dovrà cambiare direzione; statisticamente una recessione potrebbe apparire in vista entro 2-3 anni. L’Europa è troppo divisa e frammentata per resistere ad un’altra crisi stile 2011-2012 soprattutto se con il ricambio politico in Francia e Germania le forze euroscettiche guadagneranno terreno. Le “cure” per salvare l’Europa le conoscono tutti da tempo: la Germania deve concedere terreno – e parecchio – sul fronte mutualizzazione dei rischi. Subito un’assicurazione europea sui depositi; un progetto fattibile di eurobond ed un bilancio federale degno di un’Unione monetaria entro pochissimi anni. Probabilità che questo succeda? Non altissime.

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