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Politica
Par condicio: scontro Agcom-Mentana, un falso problema per un professionista

L’AGCOM – Autorità per le garanzie nelle comunicazioni impone anche alle tv private di bilanciare politicamente gli interventi di giornalisti e opinionisti durante la campagna elettorale. Enrico Mentana, direttore del Tg La7, dice che è impossibile: “Dovrei usare – dichiara al Corriere della Sera - un’intera scala Pantone per riuscire a esprimere la giusta ‘colorazione’ di un opinionista. Mettiamo che debba scegliere per par condicio un anti-renziano: ok, ma di che tipo? Un dalemiano? Uno di centrodestra? Un Cinquestelle? Ci sono 50 sfumature di opinionista. Meglio affidarsi al buon senso del conduttore”.

Oltre che la difficoltà oggettiva, quanto richiesto dall’AGCOM sembra non considerare il principio di libertà di coscienza del giornalista – il cui primo compito è riportare la verità sostanziale dei fatti (in modo che l’ascoltatore o il lettore si facciano una loro idea) – ma è evidente che informare su un fatto da liberale o da comunista è discorde.

Per giunta il bagaglio culturale e intellettuale di qualunque persona libera è tale che non può essere classificato sotto una bandiera: per esempio del presidente Usa Donald Trump si può apprezzare la politica economica e allo stesso tempo non quella sull’ambiente che nega il surriscaldamento globale. Insomma, non è tutto bianco o nero.

La soluzione del caso posto dall’AGCOM sembra già esserci: ossia il rispetto da parte del giornalista della verità sostanziale dei fatti e del principio di completezza dell’informazione: ossia quella qualità che fa scegliere gli ospiti in modo fondamentalmente equilibrato.

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par condicioelezioni 2018agcomenrico mentana





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