Parlamento Forza Italia insiste su Romani. Il piano di Silvio contro Salvini
Centrodestra, così - sulle presidenze del Parlamento - Berlusconi e una parte di Forza Italia lavorano contro Salvini e la Lega
Niente da fare. Fallisce la mediazione di Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti e alla terza votazione per il presidente del Senato, quando il quorum si abbasserà, Forza Italia non molla e insiste sul nome di Paolo Romani chiamando anche gli alleati di Lega e Fratelli d'Italia a farlo, in base all'accordo siglato qualche giorno fa nel vertice tra i leader. L'obiettivo dell'ex Cavaliere - spiegano dietro le quinte - appare evidente ed è quello di spaccare l'asse tra Di Maio e Salvini.
Quando il leader azzurro ha capito che tra 5 Stelle e Lega poteva nascere un'alleanza, almeno sui presidenti dei due rami del Parlamento, poi sul governo si vedrà, è intervenuto con un'apertura di facciata ai grillini, salvo poi candidare a Palazzo Madama Romani, sapendo perfettamente che il nome dell'ex capogruppo di FI sarebbe stato bocciato dai pentastellati visti i suoi guai passati con la giustizia. Ma la chiave per capire la strategia di Berlusconi e della vecchia guardia democristiana che lo affianca è il comunicato uscito mercoledì dopo l'ennesimo vertice del Centrodestra.
Le cronache di quelle ora riferiscono che è stato Gianni Letta in persone ad imporre che in quella scarna nota venisse inserita questa frase: 'A tal fine anche per concordare i nomi i leader del Centrodestra invitano le altre forze politiche ad un incontro congiunto domani'. Traduzione: al tavolo con Di Maio doveva sedersi anche Silvio Berlusconi. E se i 5 Stelle avessero accettato, l'ex Cav sarebbe stato sdoganato, in caso contario - come è davvero accaduto, con i pentastellati che si rifiutano di parlare con il numero uno di FI - la conseguenza sarebbe stata, ed è, la frattura dell'asse Salvini-Di Maio.
E non a caso il segretario della Lega ha affermato di fidarsi di Berlusconi anche se "è mal consigliato" (finalmente ha capito il gioco del presunto alleato). Riecco quindi emergere le due anime di Forza Italia, come ai tempi dei governi di Centrodestra quando, al fronte Tremonti-Lega, si contrapponeva quello di Gianni Letta - Fini - Casini. Insomma, la parte democristiana che c'è in Forza Italia. Così si è arrivati alla bocciatura del faccia a faccia M5S-Berlusconi e al no alla candidatura di Romani, con i 5 Stelle che addirittura minacciano di votare alla quarta votazione al Senato, quando il presidente verrà certamente eletto essendoci il ballottaggio tra i primi due candidati del terzo scrutinio, per il democratico Luigi Zanda.
Insomma, l'ex Cav sembra ancora in piena campagna elettorale. Gli elettori il 4 marzo hanno sentenziato che il primo partito del Centrodestra è la Lega e quindi, legittimamente, Salvini è il leader. Ma Berlusconi non ci sta. E dopo aver provato a contrastare il Matteo leghista con Roberto Maroni (e gli è andata male visto che ieri il pm ha chiesto 2 anni e 6 mesi per il Governatore lombardo uscente perché 'tentò di accollare a Expo le spese di viaggio per la donna con cui aveva una relazione') ora in Parlamento fa di tutto per fermarlo, tanto sulle presidenze di Camera e Senato quanto, in prospettiva, per la guida dell'esecutivo.