Macchè elezioni nel 2017. La priorità dei politici? E' il vitalizo
Referendum, comunque vada non si vota il prossimo anno. Affaritaliani.it "smaschera" il Palazzo
Altro che elezioni anticipate all'inizio del 2017. Comunque finisca il referendum costituzionale di ottobre, sia che vinca il sì e quindi Renzi resta a Palazzo Chigi più forte di prima, sia che vinca il no e quindi si vada ad un nuovo esecutivo istituzionale o di larghe intese, una cosa è sicura: non si voterà prima del 2018. Il motivo? Molto semplice. A metà settembre del prossimo anno scattano i 4 anni, 6 mesi e 1 giorni di legislatura che, per legge, danno diritto a tutti i parlamentari attualmente in carica, sia Camera sia Senato, di percepire il vitalazio. Ovvero la pensione fino al giorno della loro morte.
"Il partito dei mutui e delle moglie è sempre il più forte", ironizza un senatore di lungo corso. Ed ecco perché - spiegano in Transatlantico - i verdiniani di Ala hanno sempre nuovi ingressi e il premier aumenta continuamente i voti a suo favore ogni volta che c'è la fiducia. Un sostegno all'azione di governo? Un approvazione totale delle scelte politiche ed economiche del leader del Pd? Sono molti i parlamentari che sorridono a queste domande e che ricordano la data chiave della legislatura. Non le Amministrative del 5 giugno, non il referendum istituzionale di ottobre, ma il giorno in cui tutti i deputati e a tutti i senatori acquisiranno il diritto al vitalizio.
Ed ecco che comunque finisca la sfida sulle riforme, nonostante le frizioni e le liti nel Pd, il ritorno alle urne è lontano. E' ovvio che se vince il no serve una nuova legge elettorale (ci sarebbe infatti l'Italicum per Montecitorio e il Consultellum per Palazzo Madama) ma ci fosse la volontà politica in pochi mesi si farebbe la riforma per poi andare al voto in aprile o maggio del 2017. Ma non sarà così. Ci sono tutta una serie di parlamentari ex (di tutti i partiti e i gruppi politici) che sanno perfettamente che non potranno essere rieletti, e probabilmente non verranno nemmeno ricandidati, e quindi faranno di tutto per arrivare alla data chiave: metà settembre del prossimo anno, quando scatterà il tanto sospirato vitalizio con i 4 anni, 6 mesi e 1 giorni di legislatura.