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Politica
Pd all’ammazza caffè. Alla Leopolda, parola ai scissionisti

Più che ultime cene, il PartitoDefunti è già all’ammazza caffè. Inutile continuare a parlare di unità, irritando solo la gente con tatticismi e caminetti, organizzati solo per occupare o mantenere rendite di posizioni interne al partito. La campagna congressuale anti Renzi e il successivo PD con un nuovo segretario, continuerà ad essere un partito in frantumi con mille correnti, visioni politiche tenute sotto uno stesso tetto in modo coatto per ambizioni personali.

Il fatto è che in politica, spesso 1+1 fa meno 2. Un PD unito così, è destinato solo ad avvitarsi su se stesso fino a sfracellarsi al suolo.

UNA POSSIBILE VIA D’USCITA, è quella di creare un movimento di Renzi, affiancato al PD, con propri circoli, responsabili locali, un movimento che potrebbe inizialmente coalizzarsi con un PD allargato verso LEU, ma con Renzi libero di parlare al suo elettorato, libero di portare avanti le sue idee, senza più tirare il freno per tenere unite correnti cariche d’odio nei suoi confronti.

A quel punto saranno le urne il giudice supremo a scegliere chi sarà il leader dell’opposizione. In politica è l’offerta che crea la domanda, se proponi un nuovo movimento, la gente accorre per vedere di cosa si tratta, nascono nuovi organi di informazione, associazioni, corpi intermedi e correnti di pensiero vicini al movimento. Bisogna solo rendere concreta questa opzione e poi impegnarsi per farla crescere.

Da non elettore del PD, ma renziano di ferro, francamente mi interessa meno di zero di quello che vorranno fare nel PD, mentre mi auguro che Renzi la smetta di parlare a loro nome, armando i suoi aguzzini, chiamando amici quelli che l’hanno massacrato per 4 anni. Io li chiamo infami, non amici!

Se poi si vuole aspettare il congresso per rendere ufficiale la scissione, allora forza Zingaretti, Cuperlo, Franceschini, Emiliano, Orlando, Gentiloni etc etc coloro che sono a loro volta divisi in correnti, ma uniti su un unico obiettivo: far fuori Renzi e il renzismo.

E’ l’unica maniera per arrivare a una scissione già nei fatti,  solo da ufficializzare.  Cominceremmo a scrivere una nuova pagina di storia liberale, federalista (argomento finito nel cassetto e mai come oggi di attualità), con un movimento che si rivolga a un nuovo bacino elettorale, formato dai tantissimi milioni di liberali moderati che ad oggi, sono orfani di una casa politica.

C’è un centrocampo politico da occupare e se una parte del PD guarda a Leu e M5S, non vedo perché  Renzi non possa  guardare a quell’area di FI moderata che non vuole morire nelle fauci della Lega.

ALLA LEOPOLDA, PAROLA AI SCISSIONISTI- Oggi, gli unici che hanno un’idea chiara, unita, compatta, sono gli scissionisti, coloro che avrebbero il diritto di poter parlare per far conoscere la nostra opinione alla prossima Leopolda “Prova del 9”. Ancora non si è capito che prova del nove sarebbe se l’intenzione è quella di restare ancorati come cozze al Pd che vuole far fuori Renzi.

UN GIUSEPPE CONTE ALLA SEGRETERIA- Se invece Renzi pensa di poter mettere alla segreteria un fantoccio alla Giuseppe Conte, per fargli fare il segretario a tempo, con la data di scadenza sulla testa come lo yogurt, farebbe l’errore più grande della sua vita politica. Un Renzicidio a cui nessun renziano deve partecipare. Nessuno gli perdonerebbe mai un giochino così sporco, perché non si può pensare di far diventare una 500 del 1700 in una Ferrari, con una mano di vernice o cambiandogli il numero di targa.  

RENZI ALTO RISCHIO- Renzi non si rende conto che continuando a restare nel PD, rischia di perdere comunque andranno le cose in futuro. In caso il PD recuperi dei voti, diranno che è merito del passo indietro di Renzi, in caso contrario, se il PD continuasse a perdere, diranno che è per colpa della sua presenza ancora troppo forte. La stessa cosa se verrà eletto un segretario fantoccio messo li da lui

GOZI DALLE PAROLE AI FATTI- La nostra corrente si affida a Sandro Gozi, un liberale che la scissione, la farebbe domani mattina, ma anche lui, dopo tanto girovagare e sbattimento, deve passare dalle parole ai fatti, magari creando dei comitati civici che siano dei veri e propri circoli inizialmente affiancati al PD, ma autonomi, pronti a staccarsi quando i tempi saranno maturi.

GOVERNO- Se qualcuno pensa che il governo possa cadere da un momento all’altro, si metta il cuore in pace. Dureranno finché lo vorrà la Lega, faranno le cose che hanno promesso in campagna elettorale a piccole dosi da qui ai prossimi 5 anni e dove non riusciranno a realizzare le cose dette, daranno la colpa all’Europa. Renzi dovrebbe invece sottolineare quanto di buono fatto nei primi suoi due anni, un riformatore vero, grande entusiasmo, pragmatismo, dove il Pil e l’occupazione erano in crescita e lo Spread in calo. Un percorso interrotto per colpa di quello che lui chiama fuoco “amico”.

Posso capire le paure di Renzi di avviare la scissione, dopo aver letto il gradimento che hanno gli italiani nei suoi confronti, ma è ciò che pensano una stragrande maggioranza silenziosa  del PD passati sul carro di Martina, Zingaretti, Franceschini o semplicemente anti Renzi. Non lo apprezzano tutti quelli della Lega e M5S, ma se facessimo il sondaggio tra i liberali di FI E del PD, vedrebbe che si potrebbe creare un movimento dal 10-12%, come base di partenza, da far crescere girando l’Italia comune per comune, sporcandosi mani e piedi con gazebo, feste, convegni, tornando a parlare di grandi temi come il lavoro, la riforma della giustizia, la lotta alla corruzione che porta via 4 punti di Pil ogni anno. Riproponendo le riforme costituzionali fondamentali per togliere il gesso al paese, magari lasciando presentare il referendum a Checco Zalone, se il problema è la simpatia o meno di Renzi. Francamente, seguendo gli ultimi comizi di Renzi, mi sono fatto delle grandi risate, è davvero un Benigni della politica quando è sul palco. Se uniamo questo carisma, capacità comunicativa, leadership,  alle idee che aveva portato avanti nei primi anni del suo governo, vi assicuro che moltissimi elettori che oggi votano Lega o FI,  turandosi il naso, voterebbero Renzi domani mattina, ma deve assolutamente staccarsi dalle muffe rosse del PartitoDefunto.

Caro Matteo, a Bergamo, come in altre città, a maggio ci aspettano le amministrative, creiamo subito dei comitati civici paralleli al PD con nostri candidati sindaci, dei comitati civici che si rivolgano a un elettorato liberale, federalista, europeista, riformista, creando quel polo centrista che torni a rappresentare il ceto medio ormai scomparso.

Alla Leopolda, lascia parlare i scissionisti, gli unici con idee chiare, compatti, uniti, con un movimento attorno a un unico leader senza più correnti.

Luca Ronchi
Bergamo

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    pd renzi





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