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Pd, Carlo Calenda lascia il partito. "Mai accordi con chi ha valori opposti"

Pd, Carlo Calenda lascia il partito. "Mai accordi con chi ha valori opposti"

"Caro Nicola, Caro Paolo vi prego di voler accettare le mie dimissioni dalla Direzione Nazionale del Partito Democratico. E' una decisione difficile e sofferta". Così in una lettera all'Huffington Post, Carlo Calenda, annuncia il suo addio ai dem. "Dal giorno della mia iscrizione ho chiarito che non sarei rimasto nel partito in caso di un accordo con il M5S. La ragione è semplice: penso che in democrazia si possano, e talvolta si debbano, fare accordi con chi ha idee diverse, ma mai con chi ha valori opposti. Questo è il caso del M5S. Le ragioni le abbiamo spiegate ai nostri elettori talmente tante volte che non vale la pena ripeterle qui"

Tra le ragioni che hanno spinto oggi Carlo Calenda, europarlamentare del Pd, a dimettersi dalla direzione del Partito democratico, il fatto che il negoziato per formare un governo con il Movimento cinque stelle non ha "neanche sfiorato i punti piu' controversi: dall'Ilva alla Tav, da Alitalia ai Navigator". Un programma, ha scritto nella lettera inviata al segretario Zingaretti e al presidente Gentiloni, "nato su omissioni di comodo non e' un programma, e' una scusa" e sulla premiership ha aggiunto: "Evitero' di commentare la decisione di cedere al diktat del M5s su Conte. In fondo esiste una perversa coerenza nella scelta di questo nome per guidare un governo nato dal trasformismo. Nelle ultime ore siamo arrivati persino ad accettare un giudizio sull'accordo di governo da una piattaforma digitale privata che abbiamo sempre giustamente considerato eversiva e antidemocratica".

Governo M5s-Pd, Richetti: "Ecco perché sono contro"

Il deputato del Pd, Matteo Richetti, su FB: "Devo delle spiegazioni del mio voto contrario alla direzione del Partito Democratico di oggi. Per la terza volta si riunisce una direzione che ascolta, esprime vaghi e condivisibili concetti legati alla responsabilità e al "viene l'Italia prima di tutto", salvo poi fare seguire comportamenti in totale libertà rispetto a quanto detto.Alcune settimane fa, la direzione del nostro partito ha assunto un documento proposto da Carlo Calenda che escludeva accordi in questa legislatura con il Movimento 5 stelle. Abbiamo fatto il contrario.Durante la scorsa direzione, il Segretario ha pronunciato parole chiarissime, di necessaria discontinuità, escludendo la possibilità di un Governo con Conte premier. Il giorno dopo abbiamo dato l'ok a Conte premier.Avevo chiesto una cosa: diamo vita ad un governo nuovo, con un premier autorevole e credibile in ambito internazionale (Giovannini, Barca, Cantone) e facciamo un esercizio di generosità; non un governo di tecnici ma un governo politico non composto dal ceto e dai gruppi dirigenti dei due partiti (Magatti, Becchetti, Bentivogli, Bonino).

Sono tre giorni che parliamo di posti per i dirigenti, i ministri uscenti e soprattutto, dove mettiamo Di Maio. Non scomodo le incongruenze politiche, il partito di Bibbiano, i pidioti, lo sprezzo per le istituzioni, la democrazia, il rispetto degli avversari.Vorrei che il mio Partito si ponesse le vere questioni: come farà Conte a sconfessare ciò che ha fatto il governo Conte? I ministri 5 stelle ancora oggi firmano lo stop ai porti italiani. Ma come pensiamo di condividere questo? Io dissento dalle idee sulla giustizia di Bonafede, quelle sull'assistenza di Di Maio, quelle sulla democrazia rappresentativa di Fraccaro, quelle sulle infrastrutture di Toninelli, quelle sulla politica estera di Di Battista. Con chi lo facciamo e su cosa questo governo? Ma davvero è possibile che un movimento politico governi nello stesso mese con Salvini e con noi senza battere ciglio? Raccolgo le preoccupazioni e lo sgomento dei tanti militanti del PD che stanno scrivendo, a me come ad altri. Non si può fare un governo solo per evitare il voto a qualunque costo. Bisogna fare un Governo all'altezza delle sfide che abbiamo davanti. Non bisogna avere timore nè dei voti di Salvini, nè dei veti di Di Maio. Siamo il PD e se perdiamo il coraggio, perdiamo noi stessi. Per questo ho detto no. Preferisco rischiare l'irrilevanza che l'incoerenza".

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