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Politica
Pd, derenzizzazione graduale. Chi parte, chi rischia, chi arriva...

Fino all'assemblea di domenica 17 marzo, giorno dell'incoronazione di Nicola Zingaretti segretario del Partito Democratico, non cambia nulla. Dopo arriverà la svolta nel Pd, una svolta all'insegna di una lenta derenzizzazione. La prima testa a cadere sarà quella del tesoriere messo lì proprio dall'ex premier, ovvero Francesco Bonifazi. A sostituirlo sarà quasi certamente il bergamasco Antonio Misiani, già tesoriere all'epoca di Pierluigi Bersani, che alle primarie si è schierato con il Governatore del Lazio. Per la presidenza del partito confermato il nome di Paolo Gentiloni. L'ex presidente del Consiglio sostituirà il renziano Matteo Orfini. Ma qui la derenzizzazione, almeno per il momento, si fermerà. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, non sono previsti terremoti nei gruppi parlamentari.

Graziano Delrio confermatissimo nel ruolo di capogruppo alla Camera, mentre il renziano Andrea Marcucci almeno fino all'autunno non verrà sostituito, anche per non dare l'impressione di un eccessivo repulisti interno. Fonti vicine al nuovo segretario eletto giusto ieri spiegano ad Affaritaliani.it che "occorre muoversi con molta calma. I gruppi parlamentari erano stati scelti da Renzi e quindi vanno evitate fughe in avanti per non spaccare il partito". Quanto alla segreteria, che verrà creata tra fine marzo e i primi di aprile, non ci saranno né Roberto Giachetti (che lo aveva già annunciato), ma nemmeno Maurizio Martina. Un ruolo importante nel nuovo vertice del Pd lo avranno quasi sicuramente Dario Franceschini, Andrea Orlando e Francesco Boccia. C'è poi il capitolo elezioni europee.

Il 26 maggio si avvicina rapidamente e Zingaretti incontrerà a breve Emma Bonino, Federico Pizzarotti e Monica Frassoni, ovvero +Europa, le liste civiche e i Verdi europei che hanno già detto di no a Calenda per un listone unitario. Tra i candidati nelle liste del Pd per l'Europarlamento ci saranno certamente Giuliano Pisapia, Carlo Calenda e Massimo Cacciari. Ilaria Cucchi ha invece smentito di entrare in lista. Quanto al dialogo con gli ex dem, usciti in polemica con Renzi, il cammino non sarà facile. Ma l'intenzione è quella di recuperare una parte di chi aveva abbandonato il Pd in polemica con l'ex premier. Sicuramente non tornerà Stefano Fassina, ma personalità come Roberto Speranza potrebbero anche aprire un dialogo con il neo-segretario dem. Sempre che non vada in porto l'idea di una lista ampia di Centrosinistra per il 26 maggio (e poi per le Politiche) che lasci all'estrema sinistra solo Potere al Popolo e Rifondazione Comunista.

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