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Politica
Conflitto di interessi, il M5S: il Pd fa un regalo a Berlusconi

Torna d'attualità la riforma della disciplina sul conflitto di interessi in commissione Affari Costituzionali alla Camera. Ma è scontro tra partiti. Forza Italia è contro tutta la legge. Il Pd segue il testo base, ma con correzioni condivise con la maggioranza e con il presidente Andrea Mazziotti (Sc). Contesta Sel. Contrari i grillini secondo i quali l'unico modo per evitare il conflitto di interessi è non avere o possedere nulla. Poco interessati Lega e Ncd, che non hanno presentato emendamenti. Il lavoro in Commissione andrà avanti fino alle 19. Poi si lavorerà lunedì, martedì e mercoledì della prossima settimana. Obiettivo del presidente Andrea Mazziotti (Sc): portare il testo in aula il 23.

 Il testo base è stato presentato dai relatori Sanna (PD) e Sisto (FI) alla fine del lavoro del comitato ristretto, e votato come documento base dalla commissione. Sisto lo ha adottato con Sanna, ma si è riservato emendamenti di Fi. Poi Fi ha fatto presentare alla deputata Elena Centemero moltissimi emendamenti soppressivi di tutta la legge che lo stesso Sisto ha proposto (emendamenti successivamente ritirati). I due relatori hanno dato pareri discordi: Sisto ha deciso di rimettersi al parere della Commissione.
 Il concetto di conflitto di interessi proposto dal progetto di legge, di tipo per così dire preventivo, si differenzia da quello vigente, che dispone un intervento prevalentemente successivo.

La legge "dimenticata" in Commissione. La proposta di legge, presentata nel marzo del 2013, era arrivata in aula nel gennaio del 2014. Ma la Camera non l'aveva approvata e l'aveva rinviata alla commissione Affari Costituzionali per un parere. Qui, s'è arenata per più di un anno. Il presidente Mazziotti ha voluto riprenderne la discussione.

 Per Mazziotti (Sc) la cosa fondamentale è evitare che le norme sul conflitto possano portare contenzioso sulla validità o meno degli atti del governo. "Non si può lasciare a un giudice ordinario - ha detto - la decisione se un atto del governo sia valido o no. Il conflitto di interessi va represso, ma non creando interferenze tra magistratura e funzionamento dell'Esecutivo".

Toninelli (M5s): "Pd salva Belusconi". Il deputato 5Stelle Danilo Toninelli su Facebook attacca Pd e Fi. "Uno dei due relatori del provvedimento è Sisto, l'avvocato di Berlusconi e Verdini. E il Pd ha inaugurato i lavori accantonando un emendamento di principio di Fi che salva Berlusconi dal suo gigantesco conflitto di interessi". "Con questi interlocutori la vedo davvero dura poter finalmente consegnare all'Italia una buona legge. Soprattutto considerato che al Senato, a cui questa proposta giungerà per l'approvazione, il governo Renzi ha bisogno dei voti di Verdini".

Mazziotti (Sc): "Processo alle intenzioni".  Il presidente della Commissione, Mazziotti, replica al deputato grillino: "Credo che sia assurdo il processo alle intenzioni dell'onorevole Toninelli sull'accantonamento dell'emendamento Sisto che esclude il conflitto quando c'è coincidenza tra interesse pubblico e privato. Accantonare significa voler riflettere sul tema. Come Scelta civica posso dire che siamo contrari, ma mi sembra assurdo contestare il diritto del relatore di riflettere".

I destinatari della nuova disciplina. I destinatari  della nuova disciplina normativa – che sono tenuti ad operare esclusivamente per la cura degli interessi pubblici a loro affidati - sono i titolari di cariche di governo nazionali. I titolari di cariche di governo regionali (i Presidenti delle regioni e delle province autonome ed i componenti della giunte regionali e delle province autonome). I membri del Parlamento. I consiglieri regionali.  
 La competenza per l'attuazione delle nuove disposizioni è attribuita all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, la cui composizione muta da cinque a tre membri, per i quali è ridefinita anche la modalità di elezione (due eletti dalla Camera, uno dal Senato, i quali procedono poi all'elezione del presidente alla prima riunione). La giurisdizione relativa agli atti e alle sanzioni adottati dall'Autorità è posta in capo al giudice ordinario.
 
 Rispetto alla disciplina vigente, il testo conferma obblighi di dichiarazione dei casi dei conflitti di interesse, prevedendo tuttavia un elenco tassativo di situazioni e di dati patrimoniali da dichiarare, nel rispetto di un timing più serrato rispetto a quello attuale e con sanzioni precise. Inoltre, rispetto al quadro normativo vigente, viene esteso il novero dei soggetti obbligati (coniuge, parenti ed affini entro il secondo grado, conviventi non a scopo domestico).
 
Incompatibilità. È individuato un sistema di incompatibilità più stringente rispetto alla normativa vigente, accertate dall'Autorità, cui segue un obbligo di opzione da parte del titolare della carica di governo, ferma restando l'aspettativa nel caso di impieghi pubblici o privati e la sospensione dagli albi e dagli elenchi professionali per la durata della carica.
 
Astensione. Il testo prescrive l'obbligo di astensione a seguito delle valutazioni svolte dall'Autorità, che si esprime anche su richiesta dell'interessato qualora dubiti della sussistenza di tale obbligo. L'obbligo di astensione è stabilito anche a prescindere dalle valutazioni dell'Autorità nel caso in cui sia titolare di un interesse economico privato tale da condizionare l'esercizio delle funzioni pubbliche ad esso attribuite o da alterare le regole di mercato relative alla libera concorrenza. Nei casi di violazione di tali obblighi il testo prescrive una sanzione pecuniaria commisurata al vantaggio ottenuto oltre che la nullità del voto espresso e l'annullabilità o revocabilità degli atti cui ha preso parte.
 
Gestione fiduciaria. Con la finalità di prevenire i conflitti di interessi, dunque, l'Autorità può disporre che i beni e le attività patrimoniali rilevanti siano affidati, entro il termine da essa stabilito, a una gestione fiduciaria che ha luogo con la sottoscrizione di un contratto di gestione con un gestore, scelto dall'Autorità, tra banche, società di gestione del risparmio e società di intermediazione mobiliare; il mandato al gestore comprende il potere di alienazione dei beni immobiliari e mobiliari affidati in gestione.  Durante la gestione il gestore non può in alcun modo comunicare al titolare della carica di governo, neanche per interposta persona, la natura e l'entità
 dei singoli investimenti e disinvestimenti, né consultarlo in ordine alla gestione, pena una sanzione amministrativa pecuniaria comminata dall'Autorità, che vigila sull'osservanza sull'effettiva separazione della gestione e sulle prescrizioni della legge.

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