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Politica
Pd, Orfini: Renzi si è dimesso formalmente, insensato discuterne ancora

"Continuare a discutere di un fatto ormai avvenuto, le dimissioni del segretario, come se non vi fossero state non ha molto senso. Come non lo ha disquisire del percorso conseguente le dimissioni che e' chiaramente definito dal nostro statuto e che non consente margini interpretativi ne' soluzioni creative'. Lo rileva in una nota il presidente del Pd Matteo Orfini. "Matteo Renzi - sottolinea Orfini - si e' formalmente dimesso lunedi'. Come da lui richiesto nella lettera di dimissioni, e come previsto dallo statuto, ho immediatamente annunciato la convocazione dell'assemblea nazionale per gli adempimenti conseguenti. Contestualmente ho convocato la direzione nazionale che sara' aperta dalla relazione del vicesegretario Martina. Nella direzione discutereno le scelte politiche che il Pd dovra' assumere nelle prossime settimane". 

Pd, 'via Renzi e gestione collegiale'. Pronto il documento degli orlandiani

"Se entro lunedì la discussione è risolta, bene. In caso contrario presenteremo un documento da sottoporre alla Direzione. Lo stiamo già predisponendo". E' quanto emerge dalla riunione dell'area Orlando che si è appena conclusa alla Camera. Le richieste sono: dimissioni effettive di Matteo Renzi e gestione collegiale e unitaria del partito. Da subito, a partire dalla composizione delle delegazioni che saliranno al Colle per le consultazioni. Con la puntualizzazione che l'area Orlando è per il no a "alleanze inverosimili con i 5 Stelle" e a "inciuci con la destra". "Da lunedì, dopo la Direzione -si spiega- deve aprirsi una fase nuova che deve portarci a discutere seriamente del fatto che abbiamo raggiunto il 18 per cento, una sconfitta di proporzioni storiche. Di queste si deve discutere e non di alleanze con i 5 Stelle, cosa inverosimile e da noi mai proposta" come, "con la stessa forza occorre avere una posizione netta che non ci porti a fare inciuci con la destra". Altro punto determinante è che la Direzione di lunedì, dicono dall'area Orlando, deve "essere un punto di svolta con dimissioni vere e effettive di Matteo Renzi per aprire una nuova gestione del partito. Un gestione collegiale e unitaria sia per quanto riguarda la fase del post voto" con vari passaggi istituzionali dei prossimi giorni compresa "la formazione della delegazione che andrà al Quirinale", sia per quanto riguarda "la fase di preparazione verso il congresso".

"Di certo -osserva il dirigente dem- quelli che non vedevano l'ora di chiedere la sua testa, ora lavorano solo e soltanto a questo obiettivo. Con il paradosso di non avere neanche una linea politica alternativa. Vogliono solo la sua testa...". Le parole di Franceschini ieri e di Orlando oggi, mettono tutto il Pd (tranne Michele Emiliano e i suoi) sulla linea renziana del mai al governo con i 5 Stelle. L'ipotesi di un governo con M5S, dicono dalla minoranza, "non è mai esistita. E' stata messa in giro ad arte per gettare fango su chi ha chiesto un vero passo indietro a Renzi e farlo passare per inciucista, attaccato alla poltrona...". Scrive Andrea Orlando su Facebook: "E' stata una mossa brillante dal punto di vista comunicativo spostare il dibattito interno del Pd sul tema delle alleanze, anzi sull'alleanza con i 5stelle, oscurando così il tema del risultato elettorale. La discussione tuttavia mostra la corda. Il 90% del gruppo dirigente del Pd è contrario ad un'alleanza con il M5S". Accanto al 'reggente' Martina orlandiani e franceschiniani chiedono che ci sia "una gestione collegiale e unitaria" per condurre il Pd non solo verso il congresso ma anche nei prossimi delicati passaggi istituzionali: elezioni dei capigruppo e dei presidenti della Camere e quindi la delegazione che andrà al Colle per le consultazioni.

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pd orlandiani





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