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Politica
Di Gaetano Gorgoni
 
Nel Pd pugliese è scoppiato il caos: la guerra a viso aperto dei dalemiani in Puglia va avanti. Ma, in realtà, è una guerra tra bande che è esplosa già da tempo: l’eurodeputata Gentile e i renziani contro Emiliano, il governatore pugliese contro Renzi, i dalemiani contro i renziani e viceversa e alcuni seguaci di Orlando contro tutti. Si va avanti a staffilate sui media. Michele Emiliano, il presidente della Regione Puglia, ha scelto la sfida interna, ma il lavoro degli 'scissionisti' pugliesi va avanti in queste ore. Il salentino Ernesto Abaterusso, il secondo dei più votati in Puglia, e il brindisino Pino Romano sono pronti per la costituzione di un nuovo gruppo consiliare in Regione: il terzo consigliere sarà un personaggio che attualmente non milita nel Pd. Si tratta di due dirigenti di spicco del partito pugliese. «Il popolo del Pd non si riconosce più in questo partito: sono stati traditi valori e ideali della sinistra. Emiliano ha scelto un'altra strada: la nostra è una battaglia diversa. Il popolo Dem si è già scisso. Sono ancora tesserato, ma sto andando via» - chiarisce il consigliere dalemiano, che ha in mano anche la segreteria leccese. Il segretario del Pd di Lecce, Salvatore Piconese, infatti, è un suo uomo e tutti i dirigenti più importanti della segreteria provinciale leccese sono stati sempre fedeli ad Abaterusso. Lo scorso congresso del Pd a Lecce è stato vinto grazie ai dalemiani. Il Pd in Puglia è già frammentato in una marea di correnti: renziani, seguaci del governatore pugliese, dalemiani, sostenitori del ministro Orlando (che alle primarie, nel Salento, potrebbe essere aiutato dal deputato Massa, insieme ad altri suoi amici), ex giovani turchi e altre correnti minoritarie.
 
Le parole postate sul profilo facebook del consigliere regionale Ernesto Abaterusso, prese in prestito da D’Alema, esprimono con chiarezza il pensiero degli scissionisti: «Non c'è nulla di personale tra me e Renzi, ci sono di mezzo i grandi problemi del Paese. Questa del fatto personale è una sua guapperia, una stupidaggine, con quell’ aria che ha. Lui deve rispondere di come ha governato il paese. Venti milioni di italiani hanno bocciato la riforma che ha promesso. La legge elettorale è stata bocciata dalla Consulta perché illegittima, perché non sono capaci, ha fatto questa bellissima riforma del Jobs act che sta producendo disoccupazione e licenziamenti. È un bilancio molto negativo, mentre è in corso in Europa una modesta ripresa economica l'Italia è penultima e l'anno prossimo, secondo le previsioni, saremo ultimi. Le persone che stanno male si sentono prese in giro se chi governa dice loro che stanno bene. Per creare una grande forza di centrosinistra deve essere ridimensionato il ruolo del rottamatore. È stato il rottamatore a rompere tutto. Non siamo stati noi. Ha distrutto il Pd, lo ha svuotato di contenuti democratici e ne ha completamente svilito l'ispirazione ideale e politica».
 
A breve il movimento ideato da Massimo D'Alema prenderà vita nel Consiglio regionale, poi, a cascata, nei vari consigli comunali e provinciali. È un momento difficile per il centrosinistra, nuovamente in preda a una dura frammentazione. Per i dalemiani l'impresa non sarà facile: altri prima di loro hanno provato la via della scissione senza grandi successi. Civati, nelle scorse ore, ha ricordato che quella del Pd sembra una diaspora: «La scissione c'è già stata». Secondo l'ex Pd, i renziani rischiano di restare soli a raccattare discutibili alleati dal centrodestra, come il noto Verdini.
 
Intanto, i renziani pugliesi si organizzano e passano al contrattacco: il segretario regionale Marco Lacarra chiede al segretario leccese di spiegare se è dentro o fuori al partito. In vista della commissione di garanzia per il congresso che si deve insediare entro il 3 marzo (e che deve essere nominata dalla segreteria) è stato chiesto al segretario Salvatore Piconese, vicino ai dalemiani da sempre, da che parte sta. I renziani leccesi hanno chiesto alla segreteria nazionale la testa del segretario leccese: «Bisogna commissariare la segreteria della provincia di Lecce, perché è in mano agli amici di D’Alema». Ci ha pensato il governatore pugliese a salvarlo: ora è sotto la sua ala protettrice.
 
Il segretario leccese, però, ha azzittito tutti dichiarando fedeltà a Emiliano e spiegando che non seguirà le sorti del consigliere Abaterusso e che sosterrà il governatore alle primarie contro Renzi: in altre parole, cercherà di fare il cavallo di Troia con i renziani. «Dal 2013 in poi, dalla mia vittoria al congresso provinciale si è avviata una riconnessione sentimentale tra il nostro partito e il popolo del centrosinistra salentino – spiega il segretario leccese -. Tutto ciò è avvenuto contemporaneamente all'avvento dell'epoca renziana che, al contrario, ha fatto registrare per il PD nazionale una serie di sconfitte politiche, dalle elezioni amministrative in molte città chiamate al voto, al referendum costituzionale del 4 dicembre, allo smantellamento dei circoli fino al calo degli iscritti al partito. Quello che è successo a Lecce, pertanto, è un fatto 'eccezionale' e in controtendenza all'andamento nazionale». Insomma, dalemiani che restano al comando e dalemiani che se ne vanno per fondare un gruppo consiliare regionale chiamato Consenso. La guerra a base di arsenico e vecchi merletti nel Pd pugliese va avanti.
 
 
 
 
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