Pd, renziani doc solo 30 parlamentari: ecco i nomi. La mappa

Il Partito Democratico fa i conti con la batosta elettorale e con le dimissioni annunciate e subito congelate dal segretario Matteo Renzi. Ma quanti sono effettivamente i fedelissimi del segretario uscente in Parlamento? Affaritaliani.it ha cercato di fare i conti analizzando i neo-eletti domenica 4 marzo. Il Centrosinistra nel nuovo Parlamento avrà 112 deputati e 54 senatori tra i quali anche Pierferdinando Casini, Riccardo Nencini e Emma Bonino che non appartenendo al Pd non possono certamente essere annoverati tra i renziani. I duri e puri dell'ex premier, i pasdaran, sono dieci a Palazzo Madama e una ventina alla Camera. Tra i senatori figurano Andrea Marcucci, Dario Parrini (il segretario regionale della Toscana, Salvatore Margiotta e Francesco Bonifazi. Poi ci sono una decina di senatori (e venti deputati circa) vicini al ministro Dario Franceschini molto critici sulla scelta di posticipare le dimissioni da parte del segretario dem.

Tra questi ci sono, a Palazzo Madama, Franco Mirabelli, il capogruppo uscente al Senato Luigi Zanda, il ministro Roberta Pinotti, Annamaria Parente, il pavese Alan Ferrari e il romano Bruno Astorre. I senatori del vice-segretario Maurizio Martina sono due, Teresa Bellanova e Roberto Rampi. Mentre tra i tre orlandiani compaiono Monica Cirinnà e il bergamasco Antonio Misiani. Michele Emiliano, che alla Camera conta su Francesco Boccia, al Senato non ha nemmeno un parlamentare. Ci sono poi un gruppo di 22-23 senatori e circa 45-48 deputati che fa parte di un arcipelago considerato renziano ma freddo, ovvero che non si immolerebbe per l'ex premier. Tra questi compaiono, oltre ai ministri rieletti compreso il premier Paolo Gentiloni, Matteo Richetti, Alessandro Alfieri e Valeria Valente, quest'ultima vicina al presidente del partito Matteo Orfini. Secondo quanto spiegano fonti di diverse aree dem ad Affaritaliani.it, a parte il mediatico Emiliano, "nessuno vuole l'accordo con il Movimento 5 Stelle. E nemmeno l'appoggio esterno ad un esecutivo Di Maio". Ciò che i non renziani pasdaran contestano ai fedelissimi del segretario è di essersi inventato la volontà di qualcuno di dialogare con i grillini solo per conservare per qualche settimana la poltrona di leader del partito.