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Politica
Pd, Schlein perde il centro è un pezzo di partito. La piazza un regalo al Cdx

Pd in piazza, "non si va da nessuna parte, così facciamo solo un regalo a Meloni e al Centrodestra", spiegano fonti vicine a Guerini

 

"Guardare a chi non va in piazza". Poche parole, sibilline ma molto pungenti pronunciate da Lorenzi Guerini, presidente del Copasir e soprattutto leader della minoranza del Partito Democratico, Base Riformista. Il riferimento è ovviamente alla manifestazione di sabato scorso a piazza del Popolo a Roma organizzata da Elly Schlein alla quale ha partecipato anche Giuseppe Conte. Un tentativo di dare una spallata al governo Meloni fallito.

Anzi, quella piazza (non piena, solo 50mila persone presenti stando agli organizzatori, probabilmente anche meno) ha ricompattato la maggioranza di Centrodestra. Non solo. L'assenza in piazza di Azione, Italia Viva e di tutte le forze politiche del centro dimostra in modo plastico come Schlein si stia relegando a un ruolo di minoranza di sinistra-sinistra. "Entusiasma quelli che scendono in piazza ma non allarga il fronte delle opposizioni, anzi, lo restringe", spiegano fonti parlamentari qualificate dell'area di centro.

In sostanza, all'indomani della manifestazione Dem, il ragionamento è che con questa strategia di lotta contro l'esecutivo di Centrodestra tutta l'area di centro - non solo Matteo Renzi - non farà mai alleanze con il Pd. Parliamo di Carlo Calenda, di Più Europa e degli ex renziani di PER, associazione fondata da Elena Bonetti ed Ettore Rosato. Ma tornando alle parole dell'ex ministro della Difesa - spiegano fonti Dem - "andando avanti così una fetta del partito, intorno al 20% tra parlamentari, amministratori locali e iscritti, se ne andrà".

La minoranza moderata, cattolica e non solo, non vuole un'alleanza sempre più stretta con Conte, i 5 Stelle e Sinistra Italiana-Verdi. "Non si va da nessuna parte, così facciamo solo un regalo a Meloni e al Centrodestra", spiegano fonti vicine a Guerini. A questo punto l'attesa è per il dato che farà il Pd alle elezioni europee del 9 giugno 2024: se fosse almeno discreto (sopra il 20%) Schlein resterebbe segretaria ma con la scissione della minoranza di Base Riformista, se invece fosse negativo (con l'ipotesi sorpasso da parte del M5S) Schlein si dimetterebbe immediatamente (anche su spinta di Dario Franceschini e del suo nascente correntone) e Paolo Gentiloni prenderebbe in mano il Pd per provare a ricucire con il centro e cambiare strategia.

Ma a quel punto ci sarebbe una probabile scissione a sinistra da parte degli ex Articolo 1 e dell'area di Andrea Orlando e Matteo Orfini per costruire una sinistra con Conte, Fratoianni e Bonelli. Insomma, il ragionamento che fanno anche nello stesso Pd è che piazza del Popolo è stato un bel regalo alla presidente del Consiglio.

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