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Politica
Pd, scissione. Nel 2017 nasce "La Sinistra". Tutti i nomi e il progetto
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - In merito all'articolo pubblicato il 25 ottobre 2016 dal titolo "Pd, scissione. Nel 2017 nasce "La sinistra". Tutti i nomi e il progetto", precisiamo che la notizia dell'ingresso di Civati e del suo partito in questa nuova formazione è assolutamente priva di fondamento. Non c'è alcuna ipotesi del genere che riguardi Civati e Possibile.

UffStampaCivati

La data è già fissata: ai primi di febbraio del 2017 si terrà, quasi certamente a Roma, il congresso fondativo di Sinistra Italiana, nella quale per il momento confluiranno certamente oltre a Sel gli ex Pd come Fassina, D'Attorre e Civati. Ma il progetto - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - è ben più ampio. Comunque vada a finire il referendum del 4 dicembre, appare evidente la scissione nel Partito Democratico con D'Alema, Bersani, Speranza, Bindi (punto interrogativo su Cuperlo) che sono pronti ad aderire al nuovo soggetto politico.

Il congresso di SI sarà solo il primo passo di un processo che porterà alla nascita di "La Sinistra", una federazione di tutti quei soggetti che non si riconoscono nel Pd di Renzi e della Boschi. Già dal nome è evidente che il piano è quello di imitare in qualche modo la tedesca "Die Linke" (in italiano proprio La Sinistra) che nei sondaggi per le elezioni federali del prossimo anno supera nettamente il 10% e che alle ultime Comunali di Berlino è stata la vera sorpresa del voto ancora più della destra dell'Afd.

In "La Sinistra" dovrebbero entrare, stando a fonti qualificate contattate da Affaritaliani.it, certamente Sinistra Italiana (quindi Sel e chi è già uscito da tempo dal Pd), una buona fetta di minoranza dem (bersaniani, dalemiani, bindiani, lettiani), Rifondazione Comunista, i Comunisti Italiani e forse anche i Verdi (ma su questo punto non ci sono ancora certezze). Certamente fuori l'Italia dei Valori ormai legata al presidente del Consiglio.

Quanto al leader per il momento non si fanno nomi, anche se in pole position ci sarebbe Roberto Speranza, sempre che Maurizio Landini non decida di lasciare il sindacato (difficile) per darsi alla politica. L'obiettivo è quello di una forza tra il 10 e il 15% che, in un eventuale sistema proporzionale, strada quasi scontata se vince il no e se la Consulta boccia l'Italicum, possa poi trattare con il Pd dopo le elezioni e non prima un'alleanza di governo. Esattamente come fa in Germania la Linke con l'Spd in molti Land e che potrebbe fare il prossimo anno per il governo federale.

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sinistra pdscissione pd renzi





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