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Politica
Pd: minoranza non vota mozione Renzi. Scontro con Orlando. "Aiuti Pisapia"

E' scontro in Direzione Pd sul tema delle alleanze. Il segretario Matteo Renzi, in una riunione a porte chiuse - senza diretta streaming e con l'invito ai suoi ad evitare tweet e simili, ma nonostante cio' con indiscrezioni 'in rete' in diretta reale - ha spiegato di non voler parlare di alleanze e coalizioni, ma solo di contenuti. Un invito non raccolto da Dario Franceschini e Andrea Orlando che anzi hanno sostenuto la necessita' di alleanze, senza le quali si perde. Toni duri in replica da parte di Renzi che addirittura cita la canzone di Guccini 'Quattro stracci' che parla di una storia finita: "ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare, ma non raccontare a me che cos'e' la liberta'!". Alla fine sul voto della relazione la direzione e' unanime, vota si' anche il ministro dei Bei culturali, ma il segretario si perde per strada le minoranze di Orlando ed Emiliano che non partecipano al voto. Renzi ha definito "ridicolo sostenere che abbiamo perso le amministrative perche' non c'era la coalizione". E ha continuato: "Voi parlate di coalizione, io staro' sui programmi concreti. Coinvolgiamo le persone" ha esortato. Invitando tutti a "fare squadra". "La mia missione - ha detto Renzi nella relazione di apertura - e' far prendere piu' voti al Pd" sottolineando di non essere interessato alla propria carriera e annunciando un viaggio, in Italia per tutta la campagna elettorale, che - ha sostenuto rivolgendosi ai suoi - "richiede la vostra capacita' di essere gruppo dirigente; bisogna parlare al paese non tra di noi. Mentre gli altri litigano, il Pd sta tra le gente. Il viaggio fuori da qui prevede sapere che dobbiamo fare squadra - ha esortato - un grande allenatore non insegna a fare gol ma a passare la palla" ha insistito l'ex premier chiedendo di mettere fine ai litigi e agli scontri interni al partito. "Ancora siamo in precampionato ma da settembre - ha aggiunto Renzi - si comincia". Quindi, ha rivendicato: "Io rispondo ai 2 milioni che hanno votato alle primarie e questo vale piu' degli accordi dei capicorrente". E a proposito dei temi ha aperto il suo intervento proprio su quello Ius soli che in questi giorni ha acceso il dibattito: Renzi lo ha definito "un principio di civilta'" sostenendo che "bisogna andare avanti". Ma e' il tema delle alleanze ad accendere la discussione. Dario Franceschini "senza mettere in discussione il segretario", come ha precisato, ha osservato: "Me lo ricordo che sei stato eletto da due milioni di persone, ma c'e' una comunita' di parlamentari, militanti, sindaci, che ti hanno scelto ma per questo non hanno rinunciato al pensiero e alla parola" ha sottolineato. "Condivido il segretario sulla rivendicazione dei risultati, sul parlare al paese, sul viaggio in treno per incontrare il paese. Votero' la relazione ma ritengo si debba parlare anche di alleanze e ne parlero'" ha sostenuto. 

Quindi, il ministro dei Beni Culturali ha chiesto un confronto sul tema delle alleanze a partire dal programma. "Un dibattito senza mettere in discussione il segretario - ha puntualizzato - ma con rispetto per la comunita' di uomini e donne che il 4 dicembre hanno votato ma che non ha rinunciato a manifestare il proprio pensiero. Il tema delle alleanze va posto perche' e' difficile che un partito da solo possa avere il 51% dei seggi necessari a governare. E bisogna partire dal campo del centrosinistra e anche dal campo di chi ha sostenuto i governi a guida Pd in questi 4 anni". E ancora: "Il tema delle alleanze non porta per forza al premio di coalizione nella legge elettorale, sulla quale non entro nel merito. La Dc, quando aveva maggioranza assoluta - ha ricordato - scelse di governare con partiti minori e non e' che li bastonava tutti i giorni, ma cercava di farli entrare in Parlamento perche' sapeva che poi servivano per formare un governo". Infine, ha concludo: "Un segretario e' a capo di una comunita' e ascolta soprattutto chi la pensa in modo diverso senza vedervi dietro un tradimento o un complotto". Parole critiche anche da parte di Orlando: "Abbiamo iniziato questa legislatura promettendo la terza Repubblica, ma facciamo di tutto per tornare alla prima". E ha spiegato: "Noi riconosciamo il risultato del congresso e il principio di maggioranza. Dopo ogni discussione ci atterremo alle decisioni, ma vorremmo che le discussioni fossero vere" ha ammonito. Secondo il ministro della Giustizia, "al Pd tocca il primo passo per tenere unito il campo del centrosinistra, non puo' essere nostra la responsabilita' della rottura". E per questo motivo, ha argomentato, "dobbiamo aiutare Pisapia e chi in quel campo non ha un pregiudizio contro il Pd. Dobbiamo interloquire con pezzi dell'associazionismo e del volontariato. Un programma calato dall'alto rischia di essere inefficace. La parola unificante e' uguaglianza. Uguaglianza per recuperare chi non e' andato a votare e quanti vogliono dividere". Il Guardasigilli ha invitato a "non fare caricature: nessuno vuole tornare all'Unione - ha spiegato - non sono nostalgico, ma Pisapia non e' Ferrero". E poi, ha concluso: "Noi non vorremmo leggere che si e' chiuso un giornale e se ne e' aperto un altro sul giornale. Che ci sia qualcuno che ci debba dire di che cosa si puo' o non si puo' discutere. Vogliamo continuare a discutere o ogni volta che qualcuno solleva una questione lo si deve additare come quello che vuole far perder il Pd".

 

Ma Renzi e' andato avanti per la sua strada e non ha ceduto di un millimetro. In sede di replica ha tagliato corto: "Rispetto quelli che la pensano diversamente. Io pero' non passero' i prossimi mesi a parlare di coalizioni. Parlero' di immigrazione, cultura, sicurezza". E ancora: "Il veto sul fiscal compact e' piu' importante dell'analisi delle amministrative. Credo che gli argomenti che affronteremo nei prossimi mesi saranno diversi dal 50% della discussione fatta qui dentro". Quindi, ha replicato non senza qualche sarcasmo alle osservazioni dei suoi principali critici: "Capisco che Orlando vuole aiutare Pisapia, ma io voglio aiutare il Pd. Vogliamo fare la campagna elettorale per il Pd o vogliamo parlare degli altri che si riferiscono rispetto a noi?" ha detto Renzi. "Orlando dice 'non chiedeteci di rinunciare alle nostre idee', ma non chiedetelo neanche a noi che abbiamo vinto". Mentre rivolgendosi a Franceschini ha aggiunto ironico: "dice 'nelle sedi di partito si puo' discutere'... c'e' da chiedersi se 'Repubblica' sia una sede di partito...". Alla fine, la Direzione si e' conclusa con la relazione di Renzi approvata all'unanimita' anche se al voto non hanno partecipato le minoranze di Andrea Orlando e di Michele Emiliano. 

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