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Unioni civili, da Grasso un favore a Renzi

È iniziato un aula di dibattimento sul ddl Cirinnà dopo mesi di polemiche. Il ddl Cirinnà sulle unioni civili supera il primo voto: con 101 voti a favore, 195 contrari e un astenuto l'assemblea del Senato ha respinto la richiesta di non passaggio agli articoli sul disegno di legge, firmato dai senatori Roberto Calderoli (Lega), Gaetano Quagliariello (Idea) e altri 74 senatori.

Il presidente del Senato aveva già respinto la richiesta di voto segreto sul "non passaggio" all'esame degli articoli del ddl Cirinnà.  La richiesta di non passaggio agli articoli è stata così rà messa ai voti,  ma a scrutinio palese. La linea del Pd è di respingere tutte le proposte che abbiano il fine di non far partire il dibattito.

La questione voto segreto dal punto di vista giuridico. La votazione a scrutinio segreto sulla proposta di non passaggio all'esame degli articoli del ddl Cirinnà, ha spiegato il presidente di Palazzo Madana, "non può essere concessa, non solo ricorrendo a un giudizio di prevalenza sul contenuto complessivo del testo, ma soprattutto per il fatto che la disciplina delle formazioni sociali, dove si svolge la personalità dell'individuo - e tra queste rientrano senz'altro le famiglie non fondate sul matrimonio - trova il proprio fondamento costituzionale nell'articolo 2, che non è ricompreso tra le disposizioni tassative per le quali il voto segreto può essere concesso".

Nel documento Calderoli-Quagliariello, la richiesta di voto segreto era stata avanzata appellandosi invece agli articoli 29, 30, 31 della Costituzione.

Manca accordo su voto segreto. Le richieste di voto segreto arrivate sul ddl per le unioni civili dovrebbero essere circa 125: 50 avanzate dalla Lega, 50 da Forza Italia e 25 da Ncd. Il Pd, replica il capogruppo Luigi Zanda, "non chiede voti segreti e non li sostiene". "I voti segreti - ha aggiunto Zanda - non debbono essere a centinaia, e lo convenimmo coi capigruppo: tra i 10 e i 30. Ora, alcuni gruppi hanno ritirato gli emendamenti. Altri dovrebbero farlo. Noi faremo una riduzione. La stiamo definendo. E lo chiediamo per emendamenti 'ripetitivi', per quelli 'di pura bandiera' che non hanno possibilità di essere approvati". L'obiettivo finale, conclude Zanda, "è arrivare ad approvare la legge, una buona legge".

Sul provvedimento la maggioranza resta divisa (sì del Pd, no da Area Popolare), ma pesa anche la decisione di Beppe Grillo di lasciare libertà di coscienza al M5s, che dovrebbe essere in ogni caso a larga maggioranza pro-legge. Il ministro Orlando - intervistato da Repubblica - prende posizione a favore anche del punto più controverso della legge, quello sull'adozione del figlio del compagno, la cosidetta stepchild adoption (videoscheda).

"Una legge sulle unioni civili - dice il ministro - è indispensabile come più volte ci ha ricordato la Corte di Strasburgo e come ormai credo sia condiviso da quasi tutte le forze politiche, comprese quelle contrarie a questo ddl", ma senza la stepchild adoption "ci sarebbe una lacuna normativa difficilmente comprensibile che costringerebbe la magistratura a colmare il vuoto, salvo poi assistere alle giaculatorie di quelli che denunciano un'invasione di campo della magistratura stessa".

Pd-Lega-Fi: "Salta l'accordo". Nulla di fatto" nell'incontro Pd-Lega-Fi dedicato al taglio degli emendamenti annunciato dal Carroccio al ddl Cirinnà. L'incontro non ha risolto i nodi, in primis quelli sulla presenza di diversi emendamenti premissivi tra le proposte di modifica che la Lega vorrebbe mantenere. Al momento resta quindi anche l'emendamento-canguro a prima firma Marcucci, in attesa di una nuova riunione prevista nel pomeriggio. Il senatore leghista Roberto Calderoli commenta: "Situazione work in progress".

Scontro nel Pd. Zanda, capogruppo dei senatori Pd, lascia libertà di coscienza su tre emendamenti. Lepri (affido invece che adozione). Guerra (estensione adozione anche alle unioni civili). Mattesini (estensione per chiunque di adottare un minore fino al sesto grado). Ma per tutti e tre il gruppo si esprime contro in aula. Lepri dissente, chiede libertà su nove emendamenti, e non su tre.

I dubbi di Zanda. La preoccupazione di Zanda, in particolare, è sulla difficoltà che il gruppo affronti la causa in assenza di relatori in un provvedimento di questa portata e tensione. Quindi ai senatori ha raccomandato di limitare al giusto gli interventi e soprattutto preannunciarli. Ciò che nel voto palese non è dubbio lo può diventare in caso di numerosi ravvicinati voti segreti che il Pd non vuole, nè chiederà. Sui "soli" 60 esistenti, saranno promosse richieste di accorpamento di emendamenti e la loro riduzione.
 
Emendamenti canguro. Due emendamenti premissivi (cioè capaci di cancellare un gran numero di altri emendamenti presentati da altri gruppi) sono uno a firma di Andrea Marcucci, l'altro di Laura Puppato. Si ritireranno solo ad accordo avvenuto con la Lega, cosa che non è ancora avvenuta.

Puppato: "Passaggio irto di incognite". Per la senatrice dem Laura Puppato (area governativa), "Sarà un passaggio irto di incognite e di tensioni assurde se si considerano i 10 anni trascorsi dai Dico. E la distanza giurassica dalle scelte fatte e confermate dagli altri paesi Ue. Davvero sui diritti civili siamo o almeno sembriamo altro dalla pragmatica consolidata uguaglianza e libertà civile europea".

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unioni civili





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