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Politica
Pd, trattative per evitare la conta. I big contro Franceschini e Martina
Foto LaPresse

Pd nel caos cerca di scongiurare la frattura. "Evitiamo la conta: nessuno capirebbe". A 24 ore dall'assemblea all'Ergife il Nazareno è in fermento. Paolo Gentiloni, Matteo Renzi, Marco Minniti, Graziano Delrio, Andrea Marcucci, Lorenzo Guerini Matteo Orfini, Piero Fassino: tutti d'accordo nel cambiare l'ordine del giorno dell'assemblea e farne un appuntamento di riflessione sulla fase politica invece che una conta tra chi vuole indire il congresso e chi vuole eleggere un segretario subito. Lo scontro è con Dario Franceschini e Maurizio Martina, i più grandi sostenitori dell'idea di eleggere un segretario domani: lo stesso reggente Martina.

"Sarebbe incomprensibile una conta interna proprio nei giorni in cui gli avversari, Lega e Cinquestelle, sono impegnati a far votare i propri militanti sul programma di governo - ha insistito ieri Renzi con i suoi - nessuno la capirebbe fuori".

L'ex premier ed ex segretario è disponibile a mettere da parte l'intervento duro che si è preparato nel caso in cui Franceschini e Martina volessero insistere nella richiesta che l'assemblea elegga segretario lo stesso reggente. Un intervento di analisi della sconfitta, con autocritiche ma anche polemiche nei confronti dei compagni di viaggio del Pd.

Ma se l'assemblea cambiasse registro, Renzi farebbe un intervento di analisi della situazione politica. E l'assemblea verrebbe aperta da Martina. Quello di domani diventerebbe un mero appuntamento di riflessione e tentativo di rilancio. A giugno, è la proposta di chi domani non vuole la conta, verrebbe convocata un'altra assemblea per decidere se aprire le procedure per il congresso oppure eleggere un segretario. Nemmeno la richiesta di Martina di farsi eleggere segretario domani per celebrare le primarie a fine anno va bene: per fare le primarie a fine anno, il congresso va convocato ora, da statuto.

Se all'Ergife si dovesse andare ad una conta, sarebbe devastante per il Pd. E se nella conta l'assemblea dovesse decidere di non aprire le procedure per il congresso entro fine anno, ma di eleggere domani stesso un segretario, Martina non sarebbe l'unico a candidarsi alla segreteria. L'area renziana metterebbe in campo Lorenzo Guerini. Secondo lo statuto, per essere eletto dall'assemblea, un segretario deve avere il 50 per cento più uno dei voti.

Ma per Martina i renziani, qualora l'assemblea dovesse scegliere la via del congresso, avrebbero in mente un'offerta: il reggente potrebbe rimanere in carica come vicesegretario, cosa che fu fatta quando Renzi si è dimesso da premier e poi da segretario dopo il referendum costituzionale del dicembre 2016. In quel caso, dopo le sue dimissioni, restarono in carica i vice, Guerini e Serracchiani.

Nessuno nel Pd vuole la dolorosa conta e si tratta fino all'ultimo.

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