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Politica
Pd, veleni e rese nei conti in Puglia. Emiliano vince ma scoppia il caso Lecce


C’è una guerra silenziosa nel Pd pugliese, che si è inasprita con le primarie in cui il governatore Michele Emiliano vince nella sua regione e ufficializza la sua piccola corrente a livello nazionale. Già prima delle consultazioni l’eurodeputata Elena Gentile è partita all’attacco accusando il Presidente della Regione di concludere accordi con gli avversari del centrodestra per dopare le primarie. Secondo i renziani, quella del governatore in Puglia è una vittoria di Pirro. «Quando i numeri sono farlocchi! – tuona la renziana Elena Gentile - Quella del Pd che ha sostenuto Emiliano è stata un'operazione a perdere. Penso alla gestione degli assetti in amministrazione provinciale, partoriti alla vigilia del voto di domenica: deleghe a tutti dall'UDC a chi si è fatto eleggere nelle liste dei civici e un minuto dopo ne è uscito senza colpo ferire. Tutto per aggiungere voti su voti ai numeri altrimenti scarsissimi del Pd di Emiliano. Ma quando un risultato elettorale viene affidato (agli esterni al partito) poi bisogna riconoscergli la leadership». I democratici sono sempre più divisi anche nelle interpretazioni: sì, perché per i seguaci del presidente della Regione Puglia, quella di domenica è stata una grande vittoria, nonostante a livello nazionale l’ex premier abbia totalizzato il 70 per cento. «Primarie del PD: il Salento e la Puglia premiano Emiliano. I risultati parlano chiaro! – esulta l’assessore regionale Loredana Capone - È un risultato per una maggiore democrazia e per rafforzare la Puglia e il sud. È un successo di tutta la squadra e io ne vado orgogliosa!».

In Puglia il governatore domina con il 54,88 per cento, mentre Renzi non raggiunge il 35 per cento. Il paradosso è che nel Salento i renziani cantano vittoria e i sostenitori del governatore pure, tanto che se non avessimo i dati, non si capirebbe nemmeno chi ha vinto veramente.

In realtà, da quando il governatore della Puglia sfida apertamente Renzi e lo accusa di aver dimenticato il sud, i renziani pugliesi sono partiti all’attacco con un fuoco amico continuo sui temi della sanità e del reddito di dignità. Tra i nemici del governatore e della segreteria leccese che lo appoggia, c’è la viceministra Teresa Bellanova. I renziani hanno bacchettato Emiliano sui tagli nella rete ospedaliera, poi se la sono presa con Red (un sostegno al reddito per gli indigenti, sulla falsa riga del reddito di cittadinanza), che escluderebbe anche chi è in condizioni di povertà, in quanto per accedervi «non basta nemmeno essere un barbone, bisogna pure avere dei figli a carico».

Insomma, una misura tanto sbandierata che, però, sarebbe a vantaggio di pochissimi. «Noi abbiamo fatto qualcosa di concreto per togliere dalla miseria tante famiglie, con un reddito e un programma di inclusione nel mondo del lavoro. I renziani pensassero al loro leader, che si preoccupa solo dei petrolieri» - replica il governatore. Polemiche su polemiche per poi giungere alle primarie colmi di veleni. A Nardò il caso più eclatante: il sindaco di destra in carica, Pippi Mellone, con un passato da giovane leva di An, chiama tutti alle armi per sostenere il presidente della Regione, con messaggi e persino manifesti. Tra i due sarebbe sbocciato un idillio, grazie al no alla condotta sottomarina che avrebbe dovuto scaricare i reflui nelle marine neretine. Il governatore ha appoggiato la lotta del sindaco di centrodestra e ne è nata una strana alleanza: la stessa cosa è avvenuta altrove.

A Lecce, sembra che persino gli scissionisti confluiti in Articolo 1 abbiano dato una mano alla mozione del governatore, oltre ad alcuni esponenti del centrodestra. Sì, perché il consigliere regionale, Ernesto Abaterusso, che ha fondato il gruppo regionale di Articolo 1, è anche un grande alleato di Emiliano (oltre al fatto che il figlio Gabriele è dirigente Pd). Se a questo si aggiunge che il segretario leccese, Salvatore Piconese ha vinto lo scorso congresso provinciale proprio grazie ad Abaterusso, il quadro è chiaro.

Nel governo Emiliano, inoltre, c’è l’Udc e anche altri esponenti del centrodestra, che nelle scorse regionali sono stati catapultati nel centrosinistra: dunque, tutti sono scesi in campo per il governatore. A Nardò, alle 15 del pomeriggio, i renziani hanno fatto saltare tutto, dimettendosi e investendo della questione gli organi di garanzia romani: il sindaco, ritenuto di centrodestra, ha mobilitato i suoi ottenendo un’affluenza massiccia. «Festa rovinata dai killer della democrazia. Infiltrati di centrodestra hanno votato per falsare il risultato» - tuonano in un comunicato congiunto i sostenitori delle mozioni Orlando e Renzi. «Hanno fatto come i bambini, che quando perdono si portano via il pallone- replica il sindaco Pippi Mellone - Si dimenticano che il Pd di Marcello Risi, che ora grida allo scandalo, ha fatto un’alleanza con Frasca, esponente di Fitto a Nardò e che tra i renziani c’è l’ex deputato di Forza Italia Dell’Anna. Io ho incitato tutti i miei sostenitori a votare Emiliano perché si tratta di un governatore che ha sostenuto le buone politiche sull’ambiente di questa città. Vengo da una lista civica. I renziani sono sostenuti da tanti vecchi dinosauri della politica con un passato nel centrodestra».

Quello di Nardò non è l’unico caso in cui sono dovuti intervenire i carabinieri. A Lecce è scattata la denuncia contro ignoti proprio ieri. Il segretario provinciale leccese, Salvatore Piconese e il tesoriere Volpe hanno chiesto di fare luce sul cambio di serratura che è stato fatto per impedire a un dipendente del partito non renziano di entrare nella sua stanza. In provincia di Lecce, infatti, Emiliano ha vinto, ma a Lecce città, dove si combatteva una furiosa battaglia fino all’ultimo voto, Renzi ha vinto per pochi voti (anche se i sostenitori di Emiliano protestano per l’annullamento di cento voti). Questo risultato, stando alle voci che circolano nel Pd, avrebbe scatenato l’euforia di alcuni militanti, che avrebbero subito cambiato le serrature per non far entrare più nel suo ufficio un dipendente scissionista.

«Sono vittima di uno squadrista che è passato alle vie di fatto – commenta il destinatario dello “scherzo”, Umberto Uccella – Ci sono 36 anni di lavoro in quella stanza. Ho preferito avvertire i dirigenti, che hanno interessato i carabinieri». Veleni, denunce con resa dei conti finale: sui giornali le beghe tra correnti sono quotidiane. C’è una lotta di potere interna proprio mentre è in corso la campagna elettorale per il rinnovo di alcune amministrazioni. Ma la cosa più chiara è che, se è vero che Emiliano cerca di logorare Renzi con un’opposizione interna durissima, l’ex premier a sua volta, con tutti i suoi uomini in Puglia, prova a indebolire il governatore. Un odio che cresce, giorno dopo giorno, primarie dopo primarie.

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