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Politica
Pensioni, legge Fornero ritorna. La mazzata per i lavoratori
(foto Lapresse)

Pensioni legge Fornero nel 2023?


La pensione Fornero resterà anche nel 2023? Nessuna certezza ma possiamo fare delle ipotesi.

Ogni volta che si parla di riforma delle pensioni - si legge su https://www.orizzontescuola.it/ - i lavoratori guardano con preoccupazione a quello che potrebbe mutare nelle possibilità di pensionamento. E benchè la legge Fornero sia una delle normative previdenziale più odiata dai lavoratori a causa dell’inasprimento dei requisiti di accesso che ha comportato, la preoccupazione di molti, in riferimento alla riforma 2023, è proprio riferita ad una possibile abolizione della stessa.

Rispondiamo, a questo riguardo, alla domanda di un nostro lettore:

Buonasera, Scrivo sapendo che avete già toccato in passato questo argomento, ma volevo sapere se accanto a tutte le ipotesi di pensioni anticipate di cui si sta parlando per l’anno 2023 rimarrà la famosa pensione anticipata ordinaria ( quella dei 42 anni e 10 mesi ) che mi permetterebbe di andare in pensione avendo iniziato nel 1980. Grazie.

Pensione Fornero, resisterà alla riforma?

Ovviamente - scrive sempre https://www.orizzontescuola.it/ - non possiamo prevedere quelle che saranno le scelte del governo in ambito riforma pensioni e non possiamo dire con certezza che la legge Fornero non sarà abolita o modificata ma neanche che subirà dei cambiamenti. Ma si può fare qualche considerazione al riguardo.

La legge Fornero fu introdurrà dal governo tecnico di Mario Monti come scelta obbligata per ridurre il debito pubblico (PIL). Per ridurre la spesa pubblica il primo passo da fare, solitamente, è quello di ridurre la spesa pensionistica.  Con l’introduzione della legge Fornero, quindi, si è tentato di ridurre il PIL in un periodo di crisi economica.

Il governo Draghi attuale è entrato in carica in un periodo di crisi economica conclamata dovuta alla pandemia ancora in corso. Crisi economica che ha portato di nuovo il PIL a livelli molto alti. E come accaduto con la riforma 2022, i margini di scelta a livello di spesa sono molto limitati e quello che il governo ha potuto fare è stato solo inserire una quota 102 come misura ponte per l’anno in corso.

Il governo Draghi ha in più occasioni ribadito che l’unico modo di concedere l’anticipo della pensione è con il contributivo, facendo, di fatto, ricadere il costo dell’anticipo sulla spalle dei lavoratori che avranno, quindi, diritto ad un assegno pensionistico più basso a fronte dell’anticipo.

L’attuale legge Fornero offre possibilità di pensionamento con requisiti molto rigidi (proprio per contenere la spesa pubblica) che offrono la possibilità di quiescenza a chi raggiunge i 67 anni di età o a chi ha lavorato almeno 43 anni (42 anni per le donne). E difficilmente questi requisiti potranno essere aboliti per prevedere uscite più flessibili.

Sicuramente la riforma su cui governo e parti sociali stanno lavorando, introdurrà qualche altra misura flessibile (come ad esempio la pensione a 62 anni) che però si andrà ad affiancare soltanto alla legge Fornero, senza sostituirla.

Ovviamente questo al momento è solo il nostro pensiero. Per avere certezze sarà necessario attendere i tavoli di confronto dei prossimi mesi.

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