Per l'Europa siamo schiavi. Non c'è mediazione: ci pieghiamo o ce ne andiamo
L'Europa minaccia. Attacca. Sanziona. Giudica. Colpisce. Non c'è niente da fare, il voto del 26 maggio del popolo italiano è stato del tutto inutile. Quanto sta accadendo in questi giorni con le trattative tra il ministro dell'Economia Giovanni Tria e Bruxelles (Commissione ed Eurogruppo nelle specifico) dimostra che per il nostro Paese non esistono margini: o obbidisce, mette la coda in mezzo alle gambe e se ne ritorna a Roma oppure sono solo bastonate.
Fa niente se la Francia sfora tranquillamente il 3% e se la Germania ha da anni un surplus commerciale fuori norma ma che nessuno sanziona, l'unico Paese da mettere nell'angolo e dietro la lavagna è l'Italia. Il 29 maggio del 2018 il commissario al Bilancio Gunther Oettinger lo aveva detto: "I mercati insegnaranno agli italiano a votare" (una dichiarazione degna del Quarto Reich che secondo alcuni sta nascendo attorno a questa Ue). E infatti quelle parole si stanno puntualmente confermando.
Il 4 marzo 2018 e il 26 maggio 2019 gli italiani hanno votato male - secondo i burocrati di Bruxelles - e quindi vanno puniti. E non facciamoci illusioni, con la nuova Commissione non cambierà un bel niente. Ci saranno volti nuovi ma a dettare le carte saranno sempre la Merkel (e poi verrà il suo clone, la Kramp-Karrenbauer), il numero uno dei sovranisti Macron (l'amico del Pd che fa la morale all'Italia e che poi lascia morire una migrante incinta a Bardonecchia pur di non farla entrare in Francia), l'Austria, i Paesi dell'Est e del Nord Europa e il paradiso fiscale Lussembrugo.
E' inutile che Di Maio e Salvini cerchino il dialogo e il compromesso senza però cedere. O capitolano e si inginocchiano (d'altronde l'Europa ci vuole schiavi) o prendono il coraggio a due mani e salutano la Bce, le regole assurde che valgono solo per noi e l'austerità dell'Unione europea che - non va dimenticato - ha portato centinaia se non migliaia di morti di povertà e fame in Grecia, anche per colpa del traditore del popolo Tsipras che ha accettato i diktat di Berlino e Bruxelles. Non c'è mediazione, o dentro o fuori.
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