A- A+
Politica
Il programma che i populisti non sanno di avere

 

Il successo dei partiti cosiddetti populisti è spesso liquidato come semplice manifestazione d’irrazionalità. Gli ignoranti – si dice - non che darsi la pena di distinguere chi fra i politici ha ragione e chi ha torto, sputano su tutto il mazzo e sognano di ricominciare da zero. Perché non c’è niente da salvare. Sono talmente arrabbiati che sposano tutte le cause che l’establishment aveva dichiarato improponibili, in America a partire dal rifiuto della political correctness, in Europa a partire dal rifiuto degli emigranti e di quell’europeismo che per decenni si era dato per acquisito ed intoccabile. Questo rifiuto ha preso corpo – e voti – in moltissimi Paesi, dall’Ungheria alla Polonia, dall’Olanda all’Italia e recentemente, con gran fragore, alla Gran Bretagna.

È uno stato d’animo rivoluzionario, ma non tutte le rivoluzioni sono uguali. Ce ne sono state, come l’Illuminismo, con ideologie tanto valide da affermarsi prima ancora di scoppiare, negli Stati Uniti, e da sopravvivere a Waterloo. E ce ne sono state che sono nate dalla noia, dalla voglia di cambiare tanto per cambiare, e magari al passaggio spaccare qualcosa. Tanto per sentirsi vivi. La massima manifestazione del genere fu il Maggio Francese del ’68: i giovani arrivarono quasi a conquistare il potere, per poi accorgersi che non avrebbero saputo che farne.

Tutto ciò ci pone il problema della categoria alla quale iscrivere i fautori dell’antipolitica. Infatti i partiti di questo movimento ormai europeo sono bravi ad andare contro tutto e tutti, ma poi sono pressoché afasici, in materia di programmi. Non contestano il capitalismo, perché l’unica alternativa era il comunismo, buonanima. Non sono contro la democrazia, perché nessuno propone di meglio. Non sono contro l’assistenzialismo, perché la gente ci tiene. Insomma gli unici punti comuni sembrano il rifiuto dei migranti e il rifiuto del dirigismo di Bruxelles. È possibile che si sia talmente arrabbiati, che si sia disposti a fare una rivoluzione per così poco?

Indubbiamente più serio è il malessere economico, ma anche qui, l’eventuale rivoluzione non sa che cosa proporre di nuovo. Da noi il M5S pone al primo punto “il reddito di cittadinanza”: una totale baggianata economica, soprattutto in un Paese che già muore di fisco e certo non sarebbe felice di vedere quel beneficio esteso agli immigranti. Se questo è il quadro, bisognerebbe allargare le braccia e dire che i partiti “populisti” sono del tutto incomprensibili.

Ma esiste una diversa ipotesi. L’ignoranza non sempre corrisponde al disorientamento. Immaginiamo un malato grave che peggiora benché il medico si affanni a curarlo. Il poveretto ad un certo momento si chiede se per caso quel professionista non si stia sbagliando. E chiama un altro medico: “Io non so quale sia la cura giusta, ma forse un altro medico lo sa”. Lo schema dei partiti populisti è analogo: “Io non so dove i partiti tradizionali sbagliano, so che sto troppo male per affidarmi ancora a loro”. Sarà pur vero che Bruxelles fa miracoli per guarirci da questa crisi economica che dura quasi da dieci anni, ma qualcuno nota segni di guarigione?

L’errore da cui non si riesce ad uscire potrebbe essere semplicemente che si è spinto troppo lontano un modello giusto, arrivando alla “statalizzazione della vita sociale”. Il popolo è oppresso da troppe tasse, troppe leggi e troppi regolamenti. La sua vita personale e lavorativa e in una parola la sua libertà, ne sono gravemente intaccate. I partiti tanto tradizionali quanto nuovi non sanno che cosa proporre, perché non è il modello sociale, che è sbagliato, è il quantum del modello. L’ex ministro Tremonti diceva l’altra sera, in televisione, che l’Europa si è preoccupata di stabilire il livello di altezza massimo dei tacchi delle parrucchiere, visto che lavorano in piedi. È così strano che alla fine si abbia voglia di mandare al diavolo non solo questi regolamenti, ma l’intera baracca? Se protestiamo contro nostra madre, quando ci raccomanda la maglia di lana, come non reagire violentemente, quando dell’intrusione è colpevole qualcuno che certamente non ci ama, quando lo fa un’organizzazione lontana, acefala, anonima, e altezzosa?

L’Europa uscirà dalla crisi quando capirà di avere esagerato. Quando farà marcia indietro rispetto ad un interventismo statale che in Italia arriva ad ingoiare metà della ricchezza prodotta, ne risputa soltanto una parte e spesso se ne serve per dare fastidio ai cittadini con un’infinità di lacci, raccomandazioni, prescrizioni, regolamenti con relative sanzioni. Devi controllare lo stato della tua caldaia per il riscaldamento, devi seguire la forsennata frenesia legislativa in materia fiscale, devi addirittura preoccuparti di sapere se gli operai che ti mandano in casa per una riparazione sono sì o no in regola con i contributi e tutto il resto. A questo punto anche Giobbe diverrebbe anarchico.

I partiti populisti non sanno che cosa vogliono, ma forse hanno capito, prima di altri, che il popolo è esasperato, e sogna di cambiare medico.

pardonuovo.myblog.it

 

Tags:
populisti





in evidenza
Caso gioielli, Scotti punge Fagnani: “Belva addomesticata? Devi fare i nomi”

La conduttrice vs Striscia la Notizia

Caso gioielli, Scotti punge Fagnani: “Belva addomesticata? Devi fare i nomi”


in vetrina
Affari in Rete

Affari in Rete


motori
Dacia rivoluziona il nuovo Duster, più tecnologico e sostenibile

Dacia rivoluziona il nuovo Duster, più tecnologico e sostenibile

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.