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Politica
Prescrizione, disgelo tra M5s e Pd. Si va verso una soluzione ponte

Prescrizione: disgelo Pd-M5s, si lavora a 'soluzione ponte'

Si lavora ad una 'soluzione ponte' nella maggioranza sulla prescrizione. Il Pd mette sul tavolo la possibilita' di estendere i tempi della sospensione dopo il primo grado previsti dalla riforma Orlando: da 18 mesi fino a 3 anni. Con la possibilita' di dare la delega al governo a trovare il modo per garantire tempi certi del processo, attraverso norme che entrino in vigore con la riforma del processo penale. Entrerebbe cosi' in vigore dal 1 gennaio la riforma della prescrizione targata Bonafede e nel frattempo, attraverso un accordo politico da siglare entro la fine dell'anno, si arriverebbe ad un compromesso. E' il metodo che e' gia' stato adottato con l'accordo siglato nei mesi scorsi tra dem e il Pd sul taglio del numero dei parlamentari, anche se l'intesa e' ancora da scrivere. Di fatto pero' i dem per ora abbandonano i propositi di presentare degli emendamenti al ddl Costa, anche se non escludono del tutto di presentare in Commissione una propria proposta di legge. In ogni caso si registrano passi avanti sul tema della giustizia, con la possibilita' quindi che oltre alla riforma del processo civile che va in Cdm questa sera, il governo possa affrontare in una prossima riunione anche quella penale. Clima maggiormente disteso dopo le aperture di ieri del premier Conte che ha invitato tutti ad abbassare i toni. E' l'ordine e' proprio quello di procedere senza polemiche. Per di piu' una telefonata tra il Guardasigilli Bonafede e il vice segretario dem Orlando ha riavvicinato le parti. Orlando stesso ha annunciato al ministro e al premier la presentazione di una proposta per evitare "il corto circuito" di questi giorni. Del resto dopo la riunione degli 'sherpa' dem di questa mattina si e' riaperto il confronto nella maggioranza. Anche se Italia viva ha votato in Commissione Giustizia insieme a FI affinche' il ddl Costa che propone lo stop alla riforma della prescrizione venga calendarizzato in Aula entro il 23 dicembre.

Lo stesso Bonafede - pur mantenendo il suo no alla 'prescrizione processuale' ipotizzata dal Pd, ovvero all'estinzione dell'azione penale qualora i tempi dei processi non vengano rispettati - ha auspicato la ripresa del dialogo: "Non voglio rompere con nessuno o provocare una crisi di governo", ha detto parlando della prescrizione, "c'e' una maggioranza con cui si puo' dialogare meglio su questi temi, dico lavoriamo". Inviti ad evitare contrapposizioni sono arrivati anche dal capo delegazione M5s al governo, Di Maio ("Sulla prescrizione ogni buona proposta che punti a far pagare chi deve pagare e vada dunque nella direzione auspicata dal M5s e' ben accetta") e da quello del Pd, Franceschini ("Non possiamo far saltare tutto per la prescrizione"). Ora andranno verificati i prossimi passaggi, anche perche' FI non arretra nella sua battaglia. Ed e' proprio sulle possibili convergenze tra i dem e gli azzurri che il Movimento 5 stelle ha puntato in un primo momento per alzare il tiro: "Con le minacce non si va da nessuna parte - la posizione pentastellata di questa mattina -. E' opportuno, invece, dimostrare chiaramente di essere leali e andare avanti in maniera compatta. Con la riforma della prescrizione abbiamo la possibilita' di mettere la parola fine all'era Berlusconi che ha fatto solo del male al nostro Paese". Poi il disgelo, anche se restano le fibrillazioni ("Sui tempi dei processi, sulla riforma del processo penale, si puo' continuare a discutere. Ma non e' accettabile voler modificare la legge spazzacorrotti", dice il ministro degli Esteri) e le preoccupazioni legate per i numerosi fronti aperti all'interno del governo e della maggioranza. A partire dallo scontro sulla legge di bilancio, con i renziani che minacciano di non votare, costringendo il premier Conte a chiedere un altro sforzo al Mef per ridurre tasse. "Non si governa a tutti i costi", l'avvertimento di questa mattina di Delrio. Intanto la maggioranza stringe sulla legge elettorale, un segnale - dicono dall'opposizione - che ormai mettono in conto l'ipotesi del voto anticipato. L'orientamento comune e' quello di andare verso il modello spagnolo, con la soglia implicita di sbarramento.

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