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Politica
Prima o poi la Catalogna sarà indipendente

 
Tra pochi giorni, domenica 1° ottobre, si dovrebbe tenere il referendum per l'indipendenza della Catalogna. Il Governo spagnolo guidato dal conservatore Mariano Rajoy e il Tribunale costituzionale lo ritengono illegale e la Guardia Civile ha arrestato 14 persone e sequestrato le schede elettorali  del referendum.
La differenza la fanno i numeri. La democrazia è l'individuo per cui, al di là delle leggi e delle carte costituzionali, se una grande maggioranza di cittadini - si potrebbe indicativamente indicare la soglia simbolica dal 75%  - vuole un cambiamento, esso va assecondato. È quello che sa la Cina che, per fermare la legittima volontà di indipendenza del Tibet, lo "cinesizza", non solo culturalmente, ma demograficamente, trasferendo centinaia di miglia di cinesi a vivere lì… così in caso di consultazioni più o meno ufficiali la maggioranza non sarebbe schiacciante.
Già la Catalogna ha forme di autonomia, una bandiera, un inno e la lingua propria ufficiale. Oltre alla ragioni congiunturali (la crisi ha fatto perdere 650mila di posti di lavoro e i partiti tradizionali soffrono in termini di consenso) i motivi sono storici e soprattutto culturali. "La razza è la lingua" è stato detto (un mediocre emulo di Proust direbbe che bisogna eliminare la parola razza dal vocabolario, ma un pigmeo e uno svedese sono diversi… e del resto la democrazia è l'individuo, tutti diversi, anche razzialmente, tutti uguali solo di fronte alla legge). Secondo i dati del Governo catalano, i favorevoli all'indipendenza negli ultimi anni hanno in alcuni momenti superato anche il 50%. L'asticella dovrebbe essere alzata ulteriormente…  la tendenza sembra essere questa se persino il club calcistico Barcellona si è schierato a favore. Prima o poi la Catalogna otterrà l'indipendenza. Se non questa, sarà la prossima volta.
 Così è importante che gran parte dei lombardi e dei veneti votino sì al referendum consultivo sull'autonomia del 22 ottobre. Le due Regioni saranno più forti nel negoziare con Roma ed educheranno il resto del Paese alla vera democrazia, al federalismo quale suo punto essenziale, il corrispettivo dell'elezione diretta dei parlamentari e dei magistrati: io individuo sono la democrazia ed eleggo chi conosco, chi so che è preparato e merita, non un estraneo (che oscenità i posti blindati in Parlamento riservati dai partiti ai loro notabili) che mi rappresenti, mi giudichi, faccia il mio interesse e  quello del mio territorio. Lo stesso succederà prima o poi in Scozia, in Irlanda, laddove la maggioranza del popolo voglia andare (un po' come in un matrimonio che finisce unilateralmente: basta, me ne vado, voglio vivere il resto della mia vita senza di te, tu non puoi trattenermi). Nessuno: Madrid, Londra, Roma può inviare carri armati, altrimenti si è come la Cina: una dittatura comunista, l'opposto della democrazia liberale.
 

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