Primarie Pd, Renzi vince e corre alle elezioni. Ecco perché
Urne a settembre o sarà il declino per Renzi
Elezioni regionali in Sicilia del 5 novembre. Referendum autonomisti in Lombardia e Veneto del 22 ottobre. Sono i due appuntamenti che fanno davvero tremare Renzi e i renziani, molto più delle primarie del Pd di domenica che l'ex premier si appresta a vincere anche se con un affluenza ai seggi in drastico calo (le ultime stime parlano di un tracollo a 1-1,5 milioni di votanti).
Renzi, da lunedì prossimo, forzerà la mano e vorrà a tutti i costi votare entro la fine di settembre, convinto che lo "spauracchio" 5 Stelle possa riportare i dem al 40%. O che dopo le urne si possa trovare una maggioranza in Parlamento con Forza Italia (anche se al momento i numeri dei sondaggi escludono questa ipotesi). Le elezioni a febbraio sarebbero un grave pericolo per Renzi per una serie di motivi. Come detto, Amministrative e referendum.
In Sicilia il M5S è dato vicino al 40% con il Pd sotto il 10% mentre in Lombardia e in Veneto si va verso un trionfo del sì che, ovviamente, suonerebbe come uno schiaffo al governo. Non solo, andare al voto dopo la Legge di Stabilità lacrime e sangue (o peggio ancora dopo l'aumento dell'Iva dal primo gennaio, vedi clausole di salvaguardia) sarebbe assolutamente deleterio. Ma sulla strada di Renzi ci sono una serie di ostacoli non da poco. Primo fra tutti il Presidente della Repubblica, poco propenso a sciogliere le Camere nonostante l'invito al Parlamento a modificare la legge elettorale.
C'è poi il ministro Padoan, anello di collegamento con Bruxelles, come non vuole destabilizzare i mercati e mettere a rischio la tenuta dei conti pubblici. Senza contare le resistenze interne al Pd dei condadati che domenica quasi certamente usciranno sconfitti, ovvero Andrea Orlando e Michele Emiliano. Ma i parlamentari dem, e non solo, sono praticamente sicuri che Renzi cercherà a Palazzo Madama l'"incidente", probabilmente con Mdp, per correre al voto e mandare a casa il governo Gentiloni.