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Politica
Primarie Pd, renziani in ansia. Voti anti-Matteo da Mdp e M5S
matteo renzi, andrea orlando, michele emiliano

Renzi molla. Renzi non mollerà mai. Mentre il mondo politico, non solo il Pd, dibatte sulle anticipazioni dell'intervista dell'ex presidente del Consiglio a Panorama, tra i fedelissimi del segretario uscente comincia a salire la preoccupazione per possibili "infiltrazioni" alle primarie del 30 aprile. Come scritto due giorni fa da Affaritaliani.it (leggi qui), Renzi è nettamente avanti rispetto ad Orlando e Emiliano ma questi sondaggi si basano sulle intenzioni di voto raccolte tra gli elettori dem.

Il problema, o opportunità (dipende dai punti di vista), è che ai gazebo potrà andare chiunque ed esercitare il diritto al voto pagando la somma di due euro. Ed è proprio per questo motivo che tra i renziani si è diffuso il sospetto che i fuoriusciti di Mdp, i 5 Stelle ma anche il Centrodestra si stiano organizzando per partecipare alle primarie e tentare di "falsare" l'esito della consultazione. Ovviamente l'ordine di scuderia è quello di "non votare Matteo Renzi".

Impossibile immaginare una vittoria del ministro della Giustizia o del Governatore della Puglia, ma un aumento della partecipazione grazie ad elettori non del Pd potrebbe seriamente spingere l'ex premier al di sotto della soglia del 50 per cento. A quel punto il segretario verrebbe eletto in una sorta di ballottaggio dall'assemblea nazionale i cui delegati verranno eletti in base proporzionale rispettando le percentuali raccolte il 30 aprile dalle tre mozioni.

Anche se non c'è al momento alcun accordo Orlando-Emiliano, almeno ufficialmente, è molto probabile che in chiave anti-Renzi i delegati del terzo classificato (presumibilmente il presidente della Regione Puglia, ma non è sicuro) convergano sul secondo arrivato. Il risultato sarebbe quello di far perdere a Renzi la segreteria del Pd. Ecco il vero timore del giglio magico.

Ma non finisce qui. In Transatlantico, rigorosamente a microfono spento, qualche deputato dem comincia a ipotizzare che il presidente del Consiglio si stia orientando su Orlando. Si tratterebbe di una svolta clamorosa dato che Gentiloni è sempre stato renziano (anche se non del cerchio ristretto). I motivi? Almeno due.

Il premier non ha affatto gradito il pressing sulla riduzione delle tasse e quella vena quasi populista del suo predecessore e, in secondo luogo, il Guardasigilli ha affermato che nel caso in cui diventasse segretario del Pd non si candiderebbe a Palazzo Chigi. E quindi, è il ragionamento che viene fatto in queste ore, chi meglio di Gentiloni, che garantirebbe la continuità con l'attuale esecutivo, sarebbe il candidato premier ideale di un ipotetico Orlando leader dem?

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