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Politica

 

Matteo Renzi è a un passo dall'addio al Pd. A quanto si riferisce nell'area renziana, l'annuncio potrebbe già avvenire domani: prima un'intervento su un quotidiano, poi da Bruno Vespa in serata a 'Porta a Porta'. Le ragioni della scelta sono state esplicitate già in questi giorni da alcuni fedelissimi dell'ex-segretario. "Motivi politici e personali. Con Renzi 20 deputati e 10 senatori, il numero necessario per avere propri gruppi parlamentari. Tra deputati arriveranno dal gruppo Misto: Beatrice Lorenzin, Gabriele Toccafondi e Catello Vitiello. L'ex premier e leader del Pd ha già comunicato la sua decisione con una telefonata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Politici -ha detto Ettore Rosato ieri in un'intervista- perché dopo l'accordo con i 5Stelle è cambiato tutto. Personali perché Renzi non può essere sempre accusato di tutto e con lui chi ha lavorato per tirare fuori il paese dalla crisi". Ed ancora Maria Elena Boschi che vede il ritorno dei fuoriusciti di Leu nel Pd come una possibilità concreta. "Se tornano D'Alema e Bersani una riflessione andrà fatta". Alla Leopolda, si diceva. Ma tutto è precipitato. L'addio non avrà conseguenze, almeno al momento, sul governo. Il sostegno al Conte 2 è certo, dicono i renziani. Ma ancora, riferiscono fonti di governo all'Adnkronos, un contatto sulla questione tra il premier Giuseppe Conte e Renzi non c'è stato. "Per ora no", si fa sapere. La separazione a livello parlamentare potrebbe avvenire già nei prossimi giorni, forse già entro la settimana. Quindi: i gruppi, la delegazione di governo guidata da Teresa Bellanova e poi i Comitati Ritorno al Futuro. Già a gennaio, quando partì l'operazione con Ivan Scalfarotto, si parlava di embrione del partito di Renzi. Da domani, se Renzi annuncerà l'addio al Pd, potrebbero diventare qualcosa di più.

Del resto che ci si stesse preparando a un upgrade nell'organizzazione dei Comitati emerge anche da un boom delle donazioni: un balzo da 20mila a giugno a 260mila a luglio. Aziende, manager e parlamentari. Ad agosto, 24 parlamentari dem hanno donato fondi ai Comitati. Tra i senatori ci sono: Andrea Ferrazza, Eugenio Comincini, Laura Garavini, Nadia Ginetti, Ernesto Magorno, Mauro Maria Marino, il ministro Teresa Bellanova, Davide Faraone, Giuseppe Cucca, Caterina Biti, Leonardo Grimani. Tra i deputati: Maria Elena Boschi (1.500 euro versati in due tranche ad agosto), Ettore Rosato, Marco Di Maio, Anna Ascani, Mauro Del Barba, Martina Nardi, Lisa Noja, Maria Chiara Gadda, Andrea Rossi, Vito De Filippo, Luciano Nobili, Gennaro Migliore, Ivan Scalfarotto. La donazione ai Comitati, ovviamente, non costituisce alcuna 'prova' del possibile passaggio dal Pd ai gruppi renziani. Ci sono anche altri parlamentari dati in partenza come Luigi Marattin (in pole come capogruppo), Mattia Mor, Michele Anzaldi, Silvia Fregolent, Lucia Annibali alla Camera. A Montecitorio l'obiettivo è quello di dar vita a un gruppo autonomo (cominciano anche a circolare ipotesi di nome come 'L'Italia dei Sì') mentre a palazzo Madama uscirebbero solo un manipolo di senatori. Tra questi, si parla del fedelissimo Francesco Bonifazi ma non di Andrea Marcucci che resterebbe capogruppo Pd al Senato. Non sarebbe poi immediato l'eventuale ingresso di parlamentari da altre forze politiche. Leggi Forza Italia. "Non abbiamo chiesto a nessuno di venire", spiega un big renziano.

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