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Politica
Putin critica Salvini e Grillo: il perché della svolta anti-populista

Due giorni fa la Russia ha preso una posizione critica verso i cosiddetti populismi europei che da qualche tempo infiammano il Vecchio continente (ma anche il nuovo, con la vittoria negli Usa di Trump) esprimendosi proprio sull’esito del referendum italiano che ha visto prevalere il Si.

Lo ha fatto sia ufficialmente che tramite tutta la stampa russa soprattutto -ed è questo il fatto rilevante- quella filogovernativa.

Il portavoce del Presidente Putin Dmitri Peskov ha testualmente affermato su Renzi:

 

"E’ stato il sostenitore di un dialogo alto, attivo e costruttivo, che andava ben oltre il protocollo e si sostanziava nella discussione e nella soluzione di problemi concreti della collaborazione, sia in materia economico-commerciale che negli investimenti e in ogni altro aspetto. Apprezziamo molto il ruolo che ha avuto". 

 

Contemporaneamente sul quotidiano più letto in Russia la Komsomolskaya Pravda

appariva un editoriale in cui si diceva che il No al referendum italiano non era una buona cosa per la Russia e questo perché Renzi pur non schierandosi apertamente con Mosca aveva sempre fatto i loro interessi con una posizione critica sulle sanzioni.

Anche sugli altri media russi si esalta il “pragmatismo” di Renzi e non la sua ideologia.

Questa posizione russa è indubbiamente inaspettata perché fino ad ora si è visto un saldarsi a livello mondiale di una sorta di populismo generalizzato” con Trump, Le Pen, Salvini, Farage attratti e affascinati dalla figura di Putin.

 

E veniamo all’Italia visto che lo spunto per la clamorosa rivelazione nasce proprio da quanto accaduto domenica nel nostro Paese.

Salvini il 4 dicembre aveva twittato un messaggio significativo:

 

“Viva Trump, viva Putin, viva Le Pen e viva la Lega!”

 

quasi a delineare un’alleanza politica mondiale che sostenesse il clima di rivolta contro l’establishment e per questo la presa di posizione russa gela gli entusiasmi populisti.

Salvini non ha mai nascosto la sua ammirazione per Putin e la Lega ha addirittura organizzato convegni e visite in Russia ed ha sempre supportato -ad esempio- l’annessione della Crimea.

Che considerazioni si possono quindi fare?

La prima è che in Russia si vota nel 2018 e non si sa se Putin si ripresenterà ma in ogni caso forse dopo la prima fase di entusiasmo per la vittoria di Trump il famoso realismo e pragmatismo sovietico stia riprendendo vigore.

Dunque con questa posizione critica si vuole togliere acqua a Trump per potere negoziare meglio con gli americani indebolendone gli “alleati” europei e italiani in particolare.

Seconda considerazioni riguarda -come già accennato- le sanzioni.

Quello che interessa infatti alla Russia non sono le dichiarazioni ideologiche di amicizia ed ammirazione ma i fatti concreti ed un fatto concreto è la posizione che aveva Renzi grazie anche alla commissaria europea Mogherini.

Questo discorso -anche se in misura minore- riguarda anche Grillo che però non è un movimento politico inquadrabile come la Lega ma bensì una massa oscillante di malcontento che non possiede alcun vero programma politico e si muove a vista come si è potuto constatare dall’approssimazione amministrativa mostrata finora a Roma, la Capitale d’Italia.

Infatti il M5S è strumentalizzabile facilmente e già ci provarono gli Usa dopo la loro vittoria politica del 2013 invitando Grillo in ambasciata a via Veneto.

Il M5S è una forza destabilizzante che attrae gli appetiti di chi vuole controllare l’Italia e indirizzarla ai suoi scopi come dimostra anche la prima pagina del Washington Post di qualche giorno fa che vede la foto di Grillo ma anche l’attenzione della stampa d’Oltremanica.

Occorrerà ora vedere come si evolverà la faccenda ma senza dubbio si tratta di una rilevante (ed inattesa) novità politica.

Tags:
putin;salvini;grillo





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