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Politica
Riina jr a Porta a Porta. "Falcone e Borsellino? Rispetto i morti"


Nel tardo pomeriggio di mercoledì la Rai ha confermato che la puntata di Porta a Porta con l'intervista al figlio di Totò Riina da Bruno Vespa va regolarmente in onda. "Quello del figlio di Riina è un punto di vista sconcertante ma che si è ritenuto di portare a conoscenza dell'opinione pubblica perché sintomatico di una mentalità da "famiglia mafiosa" che è compito della cronaca registrare", si legge in una nota. Allo stesso tempo, il giorno successivo "per offrire un ulteriore punto di vista contrapposto a quello offerto dal figlio di Riina Porta a Porta ospiterà una puntata dedicata alla lotta contro la criminalità e a chi alle battaglie contro le mafie ha dedicato la propria esistenza anche a costo della vita". Tra gli altri saranno ospiti il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il presidente dell'Autorità anticorruzione Raffaele Cantone.

In una nota Rai mette in luce come: "Il servizio pubblico radio televisivo è da sempre quotidianamente al fianco di tutti coloro che si sono battuti e si battono per il pieno rispetto della legalità e contro tutte le forme di criminalità organizzata. Lo ha dimostrato tante volte nel passato con le sue produzioni, giornalistiche o di fiction.  Lo conferma tutti i giorni come ad esempio è accaduto proprio pochi giorni fa, il 21 marzo,  in occasione della giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa dall'associazione Libera di Don Ciotti, quando con un impegno senza precedenti rispetto al passato la Rai ha accompagnato questa giornata con un palinsesto dedicato, ricco di appuntamenti tra spazi informativi in diretta, approfondimenti sulle reti televisive e su quelle radiofoniche con interviste, programmi, testimonianze, film e fiction sull'argomento. Un impegno che l'azienda continuerà  a portare avanti con costanza quotidianamente con una prima serata su Rai1 tra qualche settimana dedicata ai temi delle battaglie contro le mafie".

Le dichiarazioni di Riina Jr - "Cosa penso di Falcone e Borsellino? Ho rispetto per i morti, ho rispetto per tutti", ricorda così il figlio di Riina il 23 maggio 1992, giorno dell'attentato a Giovanni Falcone, come riporta la Repubblica. "Ricordo il fatto, avevo 15 anni, eravamo a Palermo e sentivamo tante ambulanze e sirene, abbiamo cominciato a chiederci il perche' e' il titolare del bar ci disse che avevano ammazzato Falcone, eravamo tutti ammutoliti. La sera tornai a casa, c'era mio padre e non mi venne mai il sospetto che lui potesse essere dietro quell'attentato".

E parlando della sua infanzia spiega: "Amo mio padre e la mia famiglia, al di fuori di ciò che gli viene contestato, giudico ciò che mi hanno trasmesso: il bene e il rispetto, se oggi sono quello che sono, lo devo ai miei genitori. Perché devo dire che mio padre ha sbagliato? Per questo c'è lo Stato, non tocca a me. Il quarto comandamento dice: 'onora e rispetta sempre i tuoi genitori', e io cosi' faccio".

"Ho avuto un'infanzia molto serena" continua, "per noi era un divertimento non andare a scuola, era come un gioco, e non ce lo siamo mai chiesto il perché, abbiamo sempre vissuto questa vita, diversa dagli altri, fino quando non hanno arrestato mio padre. Mio padre diceva che andava a lavorare la mattina, diceva di fare il geometra e per noi andava a lavorare, con gli anni crescendo ho capito che c'era qualcosa di diverso, man mano che crescevamo sentivamo sempre di più il nome di mio padre. Siamo nati con questa sorta di vita particolare ed era un segreto mantenere, era una sorta di protezione da parte nostra".

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bruno vespa





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