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Politica
Rai, ecco chi è il nuovo direttore generale Mario Orfeo


Dicono che non ci sia stato bisogno di troppe parole fra Matteo Renzi & Paolo Gentiloni: al fotofinish su Paolo Del Brocco, amabile amministratore delegato di Rai cinema, ha vinto lui anche perché il suo nome era il più "istituzionale" di tutti. Del Brocco aveva fatto le vacanze nello stesso albergo di Renzi, Orfeo invece, pur avendo un ottimo rapporto con Maria Elena Boschi, non era mai andato oltre un saluto cordiale. Ecco, se si dovesse trovare una dote che spicca sulle altre, per descrivere il nuovo dg, si potrebbe dire che l'ex direttore del tg1 e un uomo di forma che pretende il rispetto del cosiddetto "protocollo".

A me era successo di mostrare eccessiva veemenza quando, nel 2010, conducendo il programma politica di Rai 2 Il fatto del giorno gli chiesi (Orfeo era direttore del tg2) perche in tempo di campagna elettorale in vista delle amministrative, il mio programma non fosse stato agganciato alla testata del tg. Mi rimise subito al mio posto, non mi vergogno a ricordarlo, spiegandomi - documenti alla mano- il motivo di quella decisione che si rivelò essere appunto tecnica, non politica. Niente di personale, potrebbe essere lo slogan di Mario che quando decide lo fa comunque sulla base di parametri razionali, severi, oggettivi. Mai sulla scia di un'emotività che peraltro, data l'appartenenza alla stirpe partenopea, gli appartiene. La sua carriera e esemplare. Ripercorriamola insieme.

Orfeo,  56 anni, approda professionalmente alla carta stampata nella seconda metà degli anni ottanta, per entrare nel 1990 nella redazione napoletana de La Repubblica, trasferendosi poco dopo nella sede centrale di Roma, come caporedattore, sotto la guida di Ezio Mauro. Nel 2002 viene scelto dall'editore Francesco Gaetano Caltagirone per sostituire Paolo Gambescia alla direzione de Il Mattino di Napoli. Grande lavoratore, aveva fama di riguardare anche le didascalie, da autetico uomo-macchina del giornale. Il 23 luglio 2009 viene, infatti, nominato direttore del TG2, su proposta del direttore generale Mauro Masi e con voto unanime del consiglio di amministrazione, incarico che ricoprirà fino al 2011.

Durante il suo periodo di direzione apporta diverse novità alla linea editoriale. Il 28 settembre 2009 rinnova lo studio e la sigla della testata, affidando le musiche a Simone Bertolotti e abolendo i nomi delle edizioni (eccetto le rubriche e l'edizione straordinaria); i nomi verranno ripristinati nel giugno 2012, sotto la direzione di Marcello Masi. Qualche mese dopo ritocca la sigla di apertura, togliendo il cubo che stava accanto al planisfero e accorcia la videosigla di chiusura e rinnova quasi tutte le sigle delle rubriche (Costume & Societa, Medicina 33 ecc.). Equilibrato, lo definiscono sia a destra che a sinistra.

Nel febbraio 2011 abbandona il format bipartisan criticando  fortemente la scelta del PDL, che allora era al governo, sul provvedimento di vigilanza Rai che, a suo parere, "impedirà di fare giornalismo a molte trasmissioni". Nello stesso periodo critica anche il tg1 all'epoca sotto la direzione di  Augusto Minzolini dicendo «"Il Tg1 berlusconiano? Di certo è un tg filogovernativo"». Come mai a lui non è richiesta fedeltà assoluta ne gli vengono messe in conto le critiche al pdl o le aperture a quella sinistra politica da cui peraltro proviene? Semplice, quasi banale, spiega Giancarlo Mazzuca, consigliere della Rai, già parlamentare berlusconiano oltre che direttore del Giorno e per 7 anni e mezzo del Carlino : "Orfeo si muove sempre nei binari delle regole. Le sue obiezioni non hanno mai nulla di personale, e un uomo delle istituzioni come ce ne sono pochi ed e un giornalista di razza". Il 21 marzo 2011 viene nominato direttore de Il Messaggero, un altro quotidiano dei Caltagirone, e ne assume la direzione il 28 marzo. 

Ma la sua escalation e inarrestabile. Il 29 novembre 2012 viene nominato direttore del TG1, su proposta del DG della Rai Luigi Gubitosi. La sua carta decisiva é il tg1 dove realizza una vera e propria rivoluzione : la testata comincia a produrre servizi e contenuti in tecnologia digitale. Da quella data cambia inoltre il formato di immagine, e viene per la prima volta trasmesso anche su Rai HD; cambia anche lo studio, molto più avanzato rispetto al precedente, e viene introdotta un nuovo tema musicale che accompagna i titoli, composto dal musicista Nicola Piovani. È una delle più importanti novità degli ultimi anni della Rai che intanto, cambia ancora una volta pelle adeguandosi al nuovo che avanza ossia al renzismo.

Di Renzi il dg Rai nominato oggi non è amico personale, non ci va in vacanza nè in gita, ma i rapporti sono corretti. Orfeo ha fama di essere uomo di parola, ciò che promette, fa. Altrimenti ci gira intorno, non illude. Il primo a dirgli che sarebbe potuto diventare dg è stato due anni e mezzo fa Agostino Saccà che lo stima molto. "Mario, saresti la persona giusta" gli disse l'ex direttore generale Rai. Orfeo disse no, non ci pensava, stava bene dov'era. Non ha tramato, non ha brigato, che cosa ha fatto? Semplice anche questo: é stato al suo posto, sereno e collaborativo. Tante volte, nei giochi più pericolosi del potere, per vincere, basta restarsene quieti ad aspettare.

Ecco, non è un mistero che la presdidente Monica Maggioni avrebbe preferito Paolo Del Brocco, ora che Mario si e insediato le deleghe sull'informazione saranno sue come tutto il resto. I palimsesri saranno il primo banco di prova, poi ci sarà il tetto agli emolumenti, la differenza fra giornalisti ed artisti, il budget, Milena Gabanelli ed il portale Rai. Tantissime grane, per adesso, lui si gode il traguardo. Come? Caffè in ufficio, provate a chiamarlo, Orfeo é già operativo.

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