Rai, esposto Pd sui vicedirettori: "Danno alle casse degli italiani"
Il deputato Anzaldi (del Pd) scrive alla Corte dei conti e all'Anti-Corruzione. Viale Mazzini: "Su vicedirettori rispettate le regole"
Doppio esposto del Pd alla Corte dei conti e all'Autorita' Anticorruzione contro le nomine dei vicedirettori in Rai. Il deputato Michele Anzaldi denuncia che nell'ultimo cda l'ad ha comunicato "la nomina di 29 vicedirettori al Tg1, Tg2, Tg3, Tgr e Giornale Radio e di un condirettore alla Tgr, determinando tra l'altro un significativo aumento degli organigrammi precedenti (+25%) in assenza di apprezzabili modifiche organizzative". Anzaldi chiede di verificare se "si configura una responsabilita' degli amministratori" in termini di "danno patrimoniale".
Nell'esposto si segnala, tra l'altro, che "la posizione di condirettore della Tgr non era inoltre prevista nella precedente configurazione organizzativa della testata". "Nella stessa seduta consiliare - prosegue il deputato - l'amministratore delegato annunciava importanti tagli nell'assegnazione dei budget di produzione alle reti come conseguenza della decisione del governo di non corrispondere alla Rai per il 2019 il cosiddetto 'extragettito' da canone".
Il parlamentare chiede di accertare se "le deliberazioni assunte possano determinare un irreparabile danno economico alla societa' e se abbiano violato" la Convenzione fra il ministero dello Sviluppo Economico e la Rai, il contratto di servizio, il piano triennale di prevenzione della corruzione e il Piano per la trasparenza di Rai. "Una gestione prudente, efficiente e ispirata a criteri di economicita' avrebbe dovuto indurre il vertice della Rai a definire i nuovi organigrammi solo dopo aver varato il Piano di riforma organizzativa delle news, potendo ben accadere che il nuovo Piano preveda una diminuzione del numero delle testate ed una semplificazione organizzativa delle cosiddette News Room, come sta accadendo in tutti i servizi pubblici radiotelevisivi europei, e conseguentemente una significativa diminuzione delle posizioni di vertice con un rilevante danno economico per la societa' derivante dalle recenti nomine il cui numero sarebbe in tal caso evidentemente sovrabbondante".
"Si segnala, inoltre - scrive Anzaldi -, che per la selezione dei 29 vicedirettori e del condirettore, in grave violazione delle disposizioni del Piano Anticorruzione e del Piano Trasparenza citati, non e' stato attivato lo strumento del 'job posting'. Senza far ricorso al job posting (omettendo pertanto di verificare se vi fossero idonee candidature interne all'azienda nonostante la Rai abbia in organico circa 1600 giornalisti, di cui 15 occupati nell'Ufficio Stampa) sono stati persino assunti dall'esterno due giornalisti con il ruolo di portavoce/addetto stampa del presidente e dell'amministratore delegato".
"In relazione al danno economico si fa presente - aggiunge il deputato -, che non e' stata affidata alcuna funzione operativa ai vicedirettori non confermati, che vanno cosi' ad aggiungersi agli altri dirigenti giornalisti senza incarico perche' non ricollocati con un elevatissimo rischio di contenzioso giuslavorista". Anzaldi chiede quindi "di voler accertare la regolarita' delle procedure adottate e se si configura una responsabilita' degli amministratori produttiva di danno patrimoniale alla societa' avendo contravvenuto ai criteri di prudenza, economicita' ed efficacia cui devono attenersi soprattutto gli amministratori pubblici". Immediata la replica di Viale Mazzini.
"L'iter procedurale di nomina dei vicedirettori e' avvenuto nel pieno rispetto del contratto di lavoro giornalistico e in particolare delle prerogative dei direttori di testata ed in coerenza con le previsioni del piano anticorruzione in materia di selezione del personale", sottolinea la Rai, in risposta all'esposto di Anzaldi (Pd). "Le nomine recentemente varate - fa sapere ancora l'azienda - sono frutto di un lavoro condiviso con i direttori rispetto ai nuovi piani editoriali".
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