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Politica
Rai, guerra Di Maio-Salvini. Il Fatto 'brucia' i nomi leghisti

Il Fatto Quotidiano apre questa mattina con l'"assalto" della Lega di Matteo Salvini al Tg1. Un lungo articolo per spiegare le mire del Carroccio sull'ammiraglia della televisione di Stato. Con tanto di nome, gradito agli ex padani, per la guida del telegiornale della prima rete: l'attuale vicedirettore Gennaro Sangiuliano, molto vicino al leader leghista. Altro nome che gira è quello del corrispondente da Bruxelles Antonio Preziosi. Nella redazione del Tg1 altri nomi vicini alla Lega sono quelli di Sonia Sarno, che ha iniziato la carriera a Telepadania, e l'inviata di cronaca Grazia Graziadei.

Se fallisse l'assalto al Tg1, scrive sempre Il Fatto, la Lega sarebbe pronta a virare sul Tg2 (il Tg3 è destinato a restare in area Pd) e in questo caso il nome per la direzione sarebbe quello di Luciano Ghelfi, quirinalista, mantovano che da anni segue per la tv pubblica gli appuntamenti chiave del Carroccio. Altri nomi su cui la Lega potrebbe puntare sono quelli di Paolo Corsini, Giuseppe Malara e Ludovico Di Meo. Freddi invece i rapporti tra Salvini e lo storico leghista Antonio Marano, ora alla guida di Rai Pubblicità (troppo legato a Bossi e Maroni). Per il momento - scrive Il Fatto -, in attesa del governo, l'uomo che si occupa di Rai per la Lega è Giancarlo Giorgetti, capogruppo a Montecitorio.

Ma ci sono anche esterni alla Rai per il 'Tg1 leghista'. Si parla del direttore di Libero Pietro Senaldi e qualcuno avanza perfino l'ipotesi Paolo Del Debbio, che si è appena visto chiudere Quinta Colonna vertici Mediaset proprio per aver portato acqua al mulino del Carroccio.

E' davvero così, si chiedono nei Palazzi del potere (non solo in Parlamento)?

Che gli interni Sangiuliano e Ghelfi abbiano ambizioni è innegabile, ma quella de Il Fatto, spiegano fonti qualificate, sembra un blitz per bruciare i nomi graditi alla Lega, visto che anche il Movimento 5 Stelle punta forte sull'informazione (e non sull'entertainment) della Rai e soprattutto del primo canale. Insomma, un'apertura a tutta pagina studiata a tavolino con i vertici pentastellati per stoppare il tentativo di blitz dei leghisti.

In realtà, la Rai è entrata a pieno titolo come sorta di 'merce di scambio' nelle consultazioni al Quirinale per la formazione dell'esecutivo. E, come ha scritto Affaritaliani.it nelle scorse settimane, i 5 Stelle hanno le loro mire. Sperano in un ritorno di Milena Gabanelli con 'Report' o con un altro programma in prima serata e la direzione del Tg1 per un giornalista considerato gradito come Gianluigi Nuzzi, Enrico Mentana o Ferruccio de Bortoli. Anche se - spiegano nei corridoi del Parlamento - il vero sogno grillino è la direzione del telegiornale di Rai Uno per Marco Travaglio.

 

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