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Politica
Rai, incognita Vigilanza su Foa. Opposizioni temono i franchi tiratori

La presidenza di Marcello Foa ha l'imprimatur della maggioranza dei consiglieri Rai che oggi lo hanno votato. Ora tocca alla Commissione di Vigilanza esprimersi con un parere favorevole o contrario a maggioranza dei due terzi dei propri componenti. E a quanto apprende l'Adnkronos si tratta di una strada davvero in salita visto che al momento Fi potrebbe scegliere persino di uscire dall'Aula della commissione per evitare possibili sorprese di franchi tiratori. Una ipotesi che è anche al vaglio di Pd e Lue e che troverà conferma soltanto domani mattina quando i parlamentari del Pd diranno l'ultima parola sul da farsi in una riunione già convocata per le 8,20, quindi, dieci minuti prima della plenaria nella quale i commissari dovranno esprimersi con voto segreto su Foa: o sì, o no.

RAI: ANZALDI (PD), SENZA VIGILANZA VOTO CDA SU FOA NON HA VALORE

"Senza il via libera della Vigilanza, la votazione del Cda Rai su Marcello Foa non ha alcun valore. Foa al momento non è presidente della Rai, non ha alcun potere, la sua nomina non ha alcuna efficacia. La legge parla chiaro, se qualcuno pensa di andare contro la legge se ne assumerà tutte le responsabilità, comprese quelle personali. Non esistono nemmeno formule fumose come il 'consigliere anziano' cui si vorrebbero affidare temporaneamente i poteri del presidente: la legge, peraltro una legge speciale, non prevede supplenze". Lo scrive su Facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai. "E' imbarazzante, però, come i nuovi consiglieri Rai - prosegue Anzaldi - indicati da M5S, Lega e Fdi, compreso il neoamministratore delegato Salini, abbiano avallato l'indicazione politica arrivata dal Governo andando contro il dettato della legge: il presidente Rai deve essere una figura di garanzia mentre i rapporti di Foa con la maggioranza di governo sono evidenti e conclamati". "Come è scritto nero su bianco in maniera inequivocabile nella legge sulla Rai, la nomina del presidente del Cda 'diviene efficace dopo l'acquisizione del parere favorevole, espresso a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi'. Senza il voto dei due terzi della Vigilanza, nessuno può arrogarsi la funzione di presidente del servizio pubblico", chiosa l'esponente dem.

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