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Politica
Rai, "Entreremo in punta di piedi. Tg3? Chi ha lavorato bene resta"

Come cambia la Rai con Foa presidente e con il governo del Cambiamento? Ecco l'intervista di Affaritaliani.it ad Alessandro Morelli, responsabile Comunicazione della Lega.

Foa eletto presidente, finalmente, chi la dura la vince...
"Chi ha ragione la vince. Nel senso che noi abbiamo avuto ragione nel candidare un esponente liberale che

Alessandro Morelli ape                       Alessandro Morelli
 

viene dalla scuola di Montanelli e quindi assolutamente inattaccabile. Chi ha ragione vince".

Come avete fatto a convincere Forza Italia a votare sì a Foa?
"Più che a convincerli noi è stata la base di Forza Italia".  

Perché?
"Se inizialmente la dirigenza di Forza Italia ha preso una decisione poi gli stessi dirigenti si sono accorti che della reazione dell'elettorato di Forza Italia che non ha potuto comprendere quella scelta. Lo si vedeva dai commenti sugli articoli de Ilgiornale.it, dove Foa scrive (ha un blog), oppure sui social di Forza Italia. E quindi immagino che Berlusconi, persona molto intelligente, abbia ragionevolmente voluto cambiare una posizione che avevano preso altri".

Come cambia la Rai con il governo del Cambiamento?
"La Rai torna ad essere vero servizio pubblico, metteremo al primo posto la Tgr, quindi le sedi locali, i centri di produzione locali, Milano, Napoli, Torino, Torino e ripeto ancora Torino, Venezia etc... E poi magari torneremo a fare ciò che la Rai non fa più da quando è stata letteralmente colonizzata da Renzi e cioè dare voce a tante voci, dare spazio a tante voci per un dibattito costruttivo che possa rendere gli italiani orgogliosi di avere la più grande azienda culturale del Paese, cioè la Rai".

C'è l'ipotesi del taglio o dell'abolizione del canone? E soprattutto, resta in bolletta?
"Non è all'ordine del giorno questo dibattito, che però vogliamo mettere sul tavolo perché o riusciamo a cambiare realmente la Rai facendola diventare un servizio pubblico del quale gli italiani sono orgogliosi, e quindi sono disposti anche a pagare un canone, oppure se ci rendiamo conto che la Rai è irriformabile, cosa di cui non sono convinto, evidentemente dovremo mettere mano anche a tutto il tema del canone che sarebbe una tassa assolutamente iniqua".

Il premier Conte a La Piazza, la manifestazione condotta dal direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino a fine agosto a Ceglie Messapica, ha detto che vedrebbe bene una rete Rai senza pubblicità. Esiste davvero questa ipotesi?
"E' un tema, sì, lo valuterà chiaramente il cda. Non è questione che spetta a me".

C'è il tema nel governo e nella maggioranza di rivedere i tetti pubblicitari?
"Sì, c'è. I 5 Stelle lo mettono come una priorità. E' nostra intenzione far capire a tutti che l'obiettivo grosso, cioè Mediaset, non sarebbe l'unico. Nel senso che se viene toccato il tema della pubblicità indubbiamente si tocca Mediaset, ma altrettanto indubbiamente si toccano anche tutte le testate locali che sul territorio cercano ogni giorno di sopravvivere anche grazie alla pubblicità".

Quindi...
"Il tema c'è, bisogna far capire ai 5 Stelle che se loro vogliono colpire così Mediaset colpiscono anche centinaia di testate locali, provocando effetti collaterali, come quelli dei bombardamenti".

Fatto il presidente della Rai, si passa alle nomine. E la Lega tiene molto alla Testata Giornalistica Regionale...
"Vero, la Lega da sempre è molto legata alle testate giornalistiche regionali e uno dei nostri obiettivi è il grande rilancio di tutti i centri di produzione locali e delle sedi regionali. La Tgr è la più grande testata giornalistica europea per numero di dipendenti giornalisti e va ridato lustro ad una testata che è in grado di produrre programmi di altissima qualità ma che purtroppo oggi è stata schiacciata dal potere centrale romano".

Il direttore del Giornale Radio scade domenica, che si fa?
"Sì, ma non c'è fretta. C'è un interim, ce ne potrà essere un altro. Non muore nessuno".

Il direttore di RaiSport sta per andare in pensione...
"Anche lui, infatti sono le tre urgenze sulle quali stiamo mettendo la testa. Però io per primo ritengo che sarà necessario avere un quadro compolessivo, perché il nostro obiettivo non è mettere questo o quell'altro. Noi vogliamo innanzitutto capire qual sono le strategie e gli obiettivi dell'amministratore delegato e, in base a questi, vedere quali sono le figure migliore per raggiungere quelle strategia e quegli obiettivi".

Lo schema Tg1 al M5S, Tg2 alla Lega (che ha avuto il presidente) e Tg3 al Pd corrisponde al vero?
"Non c'è nessuno schema oggi, ci sono solo delle professionalità che sono sicuramente valide. Per esempio sul Tg3 chi ha lavorato bene verrà valorizzato".

Quindi Mazzà rimane...
"Non lo so, ma se Salini e chi di competenza riterrà che ha lavorato bene, probabilmente rimarrà".

La Lega preferirebbe il Tg1 o il Tg2?
"Non risponderò mai a questa domanda. Il Tg5 (ride)".

Il problema è che ci sono due partiti grossi di maggioranza e due di opposizione, e fa quattro. Ma le reti Rai sono tre...
"I partiti sono quattro, il governo è composto da due. Noi siamo la certezza che ci vuole il cambiamento. Chi, a prescindere dalla bandiera, sarà coerente con la nostra volontà di cambiamento sarà premiato, chi non è coerente con il nostro obiettivo, cioè il cambiamento della Rai in questo caso, evidentemente resterà fuori dalla porta".

Non farete prigionieri?
"Quella è stata una mossa renziana, di cui vediamo le conseguenze. Siccome io sono un adepto di Giorgetti e ho sulla mia scrivania la foto di Renzi da una parte e dall'altra quella Boschi, voglio evitare di finire tra l'incudine e il martello. E per quello sto bene attento. So che la Rai è una grande azienda con una grande storia e da persone con equilibrio dobbiamo entrare in punta di piedi. Faremo così".

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