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Politica
Rai, pronte le nomine di Salini. Infornata di Pd e renziani. Nomi


Sono i presunti conflitti di interesse dell’amministratore delegato Fabrizio Salini i motivi dei ritardi nelle nomine dei nuovi dirigenti Rai che dovrebbero guidare il rivoluzionario piano industriale di viale Mazzini. Nelle scorse settimane sembrava tutto fatto e nei cellulari di giornalisti e politici circolavano foto di post-it e griglie con i nomi dei possibili direttori delle nuove mega strutture (primetime, cultura, approfondimenti, fiction, cinema e serie tv, daytime, kids, documentari, teche, nuovi format).

Poi è salito il livello della temperatura in Vigilanza, con il centrodestra che di fatto ha preteso con una risoluzione che Salini passasse dal secondo piano di piazza San Macuto prima di formalizzare le nomine. L’ad di Rai, 53 anni, ex uomo forte di Sky Italia, Fox, La7 ma anche di Stand by me, società di produzione che collaborava e collabora con viale Mazzini (da qui una dura interrogazione della Lega per fare chiarezza), avrebbe le idee ben chiare, forse del sostegno di grillini, PD e Italia Viva (con qualche freddezza da parte di quest’ultima).

Ma non compie l’ultimo passo per due motivi: da una parte gli attacchi sul suo passato lavorativo (e da ultimo il servizio di ieri sera di Striscia su un presunto conflitto di interesse tra il responsabile della comunicazione Roberto Giannotti e l’ufficio stampa della nuova trasmissione di Fiorello - ECCO IL VIDEO); dall’altra il nodo del Tg1: mentre Tg2 e Tgr, premiati dagli ascolti, dovrebbero restare saldamente in mano a Sangiuliano e Casarin, il Tg1 di Carboni non piace al PD, oltre ad essere nel mirino delle minoranze per l’intervista a Conte (segnalata da Agcom), il ritorno della politica su Uno Mattina, l’esilio del confronto Renzi-Salvini in seconda serata, il trasferimento dello speciale sulle elezioni in Umbria da Raiuno a Raitre.

E così Salini si è barricato in ufficio, non condivide le scelte con il resto del Cda (di recente si sarebbe affievolito anche l’anomalo asse con il consigliere Rossi, in quota Fratelli d’Italia) e aspetta il confronto in Vigilanza che dovrebbe andare in scena martedì prossimo. Poi di necessità dovrà portare in cda le nomine. Qui c’è tutta la scuderia renziana-piddina (Di Bella o Orfeo per gli approfondimenti, Teodoli in pole per Raiuno, Andreatta per la fiction), ma anche uomini più vicini a Salini nel comparto Kids e nuovi format.

Briciole per Forza Italia, che reclama almeno una direzione di genere, per la Lega (che sembra puntare su Milo Infante ma è molto interessata alla Radio) mentre Fratelli d’Italia, storicamente forte in Rai dall’era An-Gasparri, corre su Mellone (documentari?), Di Meo (Raidue?) e Corsini (vice alle news?). Pochi giorni per comporre il puzzle. Il rischio è una spaccatura in cda e tanti voti contrari in Vigilanza.

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