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Politica
Recovery, decreto ristori, giustizia e... tutte le insidie per la maggioranza

Superato lo scoglio del voto di fiducia (anche se al Senato i 156 voti ottenuti grazie ai senatori a vita e a due esponenti di Forza Italia non consentono di cullarsi sugli allori), la maggioranza guarda ora ai prossimi appuntamenti in parlamento, consapevole - la preoccupazione agita soprattutto i dem - che è non tanto in Aula, quanto nelle commissioni che si possono nascondere le insidie più grosse, visto che gli equilibri di forza sono mutati e i parlamentari di Iv, soprattutto a palazzo Madama, rischiano di diventare l'ago della bilancia.

In molte commissioni, infatti, tra cui alcune di quelle chiamate ad esaminare i provvedimenti piu' 'delicati' come Bilancio, Affari costituzionali e Giustizia, se i renziani (o i singoli parlamentari senza 'casa') si schierassero contro, i giallorossi potrebbero finire in minoranza. Il che rischierebbe non solo di bloccare i provvedimenti, ma anche per la maggioranza di vedersi stravolgere le varie misure a suon di emendamenti.

Per questo il Pd insiste affinchè si lavori all'ampliamento della maggioranza per dar vita a un gruppo autonomo che, in quanto tale, avrebbe diritto a chiedere rappresentanza nelle varie commissioni così da modificare gli attuali equilibri di forza e dare ossigeno ai giallorossi (anche se fonti dem osservano: se i renziani davvero vogliono rientrare in partita, non possono fare quadrato con il centrodestra).

Ma l'operazione 'costruttori' o 'volenterosi' per riuscire necessita di tempi non brevissimi e soprattutto - spiegano piu' fonti di maggioranza - occorre che il premier assuma l'iniziativa per rafforzare la squadra di governo, ad esempio attraverso un Conte ter. Intanto però, i riflettori si spostano dall'Aula alle commissioni (e in capigruppo, dove si decidono le priorita' dei provvedimenti per l'Aula): dal Recovery al quinto decreto Ristori, dalla riforma della giustizia penale e civile fino alle riforme istituzionali e alla legge elettorale, ogni provvedimento è a rischio 'assalto' o pantano, è il timore.

Il primo banco di prova è il Recovery: sull'approvazione in Aula non ci sono problemi, in quanto Iv ha garantito il suo sostegno e il centrodestra non dovrebbe mettersi di traverso. Ma a preoccupare è l'esame nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, dove la prossima settimana partiranno le audizioni. Poi si dovrà stilare la Relazione. Iv in Cdm si astenne riconoscendo i miglioramenti ma spiegando che non erano ancora sufficienti. E anche il centrodestra ha sollevato critiche. La Relazione, quindi, rischia di subire 'l'assalto' trasversale di renziani e opposizioni.

C'è poi il quinto decreto Ristori: anche in questo caso il via libera in Aula non dovrebbe incontrare ostacoli (sia Iv che centrodestra sono a favore), ma prima di approdare in Assemblea c'è il passaggio in commissione. E qui potrebbero fioccare gli emendamenti: senza i numeri di Iv, difficilmente la maggioranza potrà riuscire a blindare il testo, con il rischio di finire sotto in alcune votazioni.

Tanti i temi su cui sia i renziani che il centrodestra possono dare battaglia: dai destinatari dei nuovi indennizzi alla parte relativa al fisco (comprese le cartelle), fino agli interventi sul lavoro con il nodo del blocco dei licenziamenti e la cig. Anche se ancora in fase embrionale (sono iniziate le audizioni) la riforma dell'Irpef (assegnata alla commissione Finanze della Camera guidata dal renziano Marattin) potrebbe rappresentare un duro banco di prova per la maggioranza alla luce dei numeri risicati.

Un provvedimento che ha già subito i contraccolpi della crisi è il decreto Milleproroghe: all'esame delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera, ha subito uno stop (non è stato ancora fissato il termine per gli emendamenti). Il decreto, che scade il 1 marzo, contiene diverse norme: dallo stop agli sfratti, al congelamento della prescrizione dei contributi di previdenza e assistenza obbligatoria, alla proroga dello smart working.

Novità anche sul fronte sanità e appalti (molto caro a Iv). Anche in questo caso la maggioranza potrebbe rischiare di non riuscire ad arginare le richieste delle altre forze politiche. Infine, il capitolo riforme: da quella della giustizia civile e penale a quelle costituzionali fino alla legge elettorale, tra i temi piu' divisivi. La giustizia ha spesso rappresentato un elemento di scontro nella maggioranza, in particolare tra M5s e Iv. Ora i renziani potrebbero affrontare la 'partita' con il coltello dalla parte del manico, visti i numeri nelle due commissioni di Camera e Senato.
Proprio il presidente della Giustizia di Montecitorio, Mario Perantoni, ha auspicato che non si blocchino la riforma del processo civile al Senato e quella del processo penale, a Montecitorio "dove siamo a buon punto, visto che il 1 febbraio scade il termine per la presentazione degli emendamenti". Quanto alla riforma della legge elettorale, ferma da mesi in Affari costituzionali della Camera, nonostante il premier Conte abbia rilanciato il tema nelle comunicazioni in Parlamento sulla fiducia, è difficile che si faranno passi avanti nell'immediato.

Già dalla maggioranza Iv ha frenato l'iter del proporzionale e adesso, a meno che i giallorossi non riescano a far convergere Forza Italia, per il modello del testo base approvato senza i renziani (il cosiddetto Brescellum, un proporzionale con sbarramento nazionale al 5% e diritto di tribuna per i piccoli) si prefigura un percorso accidentato. Tra le ipotesi di modifica l'abbassamento della soglia al 3 o al 4 per cento.

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